Salve a tutti. Scrivo questo post con un mix di
emozioni travolgenti nel cuore e le mani che tremano. Questo mio piccolo angolo
riflessivo, attivo dal 2018 – precisamente dall’8 marzo, data che celebra anche
la donna – oggi festeggia un traguardo speciale: il millesimo post.
Il blog ha 7 anni, 5 mesi e 3 giorni di attività. Tradotto in numeri, sono
circa 2718 giorni totali. Questo significa che, da quando il KDG è nato, sono
stati pubblicati in media 134 post all’anno, 11 al mese e quasi 3 a settimana.
(Grazie al mio esame di statistica della ricerca sociale studiato da poco se so
fare questi calcoli :’D).
Pubblicare 1000 post in 7 anni significa per me una sola cosa: nonostante le pause, gli addii, i cambiamenti, il
mio amore costante e il mio impegno non sono mai venuti meno. In retrospettiva, è come se avessi raccolto 1000 ricordi, più di 100 per ogni
anno.
In tutti questi anni ho cercato (e continuerò a farlo) di raccontarvi i
drama attraverso i miei occhi. Io li vedo come luoghi caldi, intimi, accoglienti e autentici, e il mio
desiderio è sempre stato quello di trasmettervi queste stesse emozioni. Ho
voluto creare uno spazio in cui un appassionato come me potesse sentirsi
coinvolto, curioso, stimolato… proprio come succede a me quando nella testa
mi balenano mille perché a cui voglio dare una risposta.
Ci sono voluti anni per capire davvero la direzione che volevo dare a questo
viaggio. I contenuti da condividere, la voce da trovare. Non mi sono sempre
sentita pronta, ma oggi, dopo 7 anni, posso dire di essere completamente me
stessa. Apro il KDG e penso: “Amo che questo
sia il mio blog, che tutto questo mi appartenga.” E ne sono fiera.
Nel tempo ho ampliato i miei orizzonti. La mia curiosità non si è mai
fermata ai drama e alle loro emozioni, ma si è estesa alle storie che
raccontano, ai perché che le muovono,
agli aspetti storici, sociali, culturali. Ho scritto diari personali,
riflessioni intime, analisi di temi critici e complessi legati a un paese che
ci ha donato uno dei prodotti di intrattenimento che più amiamo. È stato un
passaggio naturale.
Chi segue questo blog da tempo lo sa: io e la cultura coreana non siamo mai
andate d’accordo. Ma oggi c’è qualcosa che ci unisce: il rispetto profondo. Ci sono elementi radicati nella
storia coreana che, per forza di cose, non potrò mai comprendere fino in fondo,
perché non ci sono nata. Ma questo non mi impedisce di analizzarli,
interpretarli, rispettarli anche quando non li condivido. Soprattutto, ho cercato di restituire
bellezza a quegli aspetti che invece meritano di essere valorizzati. Perché
la Corea è un popolo che ha sofferto tanto, ma, semplicemente, in modo diverso
dal mio.
La comprensione e la gentilezza sono sempre stati temi centrali per me. E
uno dei messaggi che ho cercato di trasmettere, da sempre, è questo: anche se non comprendiamo qualcosa, dobbiamo
rispettarla. È importante.
Ora, due ultime righe e poi vi lascio.
Vorrei che chiunque mi abbia letto,
anche una sola volta, abbia potuto percepire la mia sensibilità e la mia
empatia. La mia curiosità, e l’amore che provo verso un popolo, una cultura
e un prodotto di intrattenimento che per molti anni è stato il mio appiglio e la
mia ancora in un momento molto buio della mia vita. La mia vita
oggi è diversa, sto meglio.
Ma le serie tv coreane sono rimaste con me: sono l’unico legame con il mio
passato che non fa male, che riesco a ricordare con dolcezza.
Mi sono sempre espressa senza filtri, ma con rispetto. E spero che questo si
sia percepito.
Anche se resto una folle fangirl, ho sempre preferito accompagnarvi nel
mio mondo senza pontificare. Ho cercato di farvi riflettere, sorridere, indignarvi, entusiasmarvi… proprio come succede a me ogni volta che guardo un
drama.
Il cammino del KDG continuerà finché
sentirò il bisogno di scrivere. E spero che per molti anni ancora possa
essere non solo il mio speciale angolino riflessivo… ma anche il vostro.