11 agosto 2025

Squid Game: tutti gli aneddoti più sorprendenti raccontati dal cast (e non solo)

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C’è qualcosa di incredibilmente affascinante nel guardare una serie come Squid Game. Non solo per il ritmo serrato, la brutalità ipnotica o le scenografie al limite tra incubo e fiaba. Ma per ciò che succede fuori dallo schermo. Dietro le quinte. Tra le parole spezzate del cast e le scelte faticose del regista. Cose che non vediamo, ma che — una volta scoperte — non possiamo dimenticare.

In questo articolo, ho voluto raccogliere gli aneddoti più interessanti e curiosi legati a tutte e tre le stagioni: la prima (2021), la seconda (2024) e la terza (in arrivo il 27 giugno 2025). Perché ogni capitolo di questa saga ha qualcosa da dire, non solo come spettacolo, ma come riflesso tagliente di una realtà che, a volte, ci somiglia troppo. N.B. questo articolo è stato scritto PRIMA della messa in onda della terza stagione. 

Stagione 1: tra dolore fisico e lacrime vere

La prima stagione di Squid Game è diventata un fenomeno globale. Ma quello che pochi sanno è il prezzo altissimo pagato dal suo creatore, Hwang Dong-hyuk. Durante le riprese, lo stress era tale da farlo ammalare.

“Ho perso sei denti durante la scrittura e la produzione della prima stagione,” ha confessato.

Un dettaglio piccolo e crudo, che racconta molto più di quanto sembri. Hwang non era solo l’autore: era un uomo che stava letteralmente sacrificando pezzi di sé per una storia che nessuno voleva produrre inizialmente.

Anche il cast ha raccontato esperienze intense. L’attrice Jung Ho-yeon (Kang Sae-byeok) ha ammesso di piangere davvero durante alcune scene:

“Non stavo recitando. Stavo vivendo quel dolore. Avevo fame, ero stanca, ero spaventata. Era tutto reale.”

E per chi si fosse chiesto se i giochi fossero davvero così assurdi: tutti i set sono stati costruiti dal vivo, senza effetti in CGI. Il labirinto di scale colorate, il gigantesco robot di “Red Light, Green Light”… tutto era reale. E quindi, ancora più inquietante.

로이킴 Roy Kim - 꽃 Flower - Call It Love, Part 2 (Original Soundtrack from the Disney+ Original Series)

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Ho scelto di tradurre “꽃 (Flower)” di Roy Kim perché è una ballad delicata e intensa che parla di rinascita, speranza e memoria. Il fiore espresso nella canzone rappresenta la rinascita interiore, la capacità di germogliare nonostante le ferite. E' testo gioca su ricordi e speranza, su ferite che si cicatrizzano e su un cuore che torna a fiorire. Volevo rievocare in italiano quel senso di sorpresa e tenerezza di fronte a un fiore che sboccia nei momenti più inaspettati. 

Testo originale in HANGUL

그때는 조금은 예뻤을까  
지금 이 모습과 달랐을까  
허전해진 마음에 작은 기억 속에  
꽃이 있네  

조금씩 나아질 수 있겠지  
다시 한번 웃을 수 있겠지  
시간을 지나 언젠가 그날 그 시간에  
꽃이 피네  

참 많은 꽃들을 피웠었구나  
그때의 난  
이미 말라버린 맘도 피어나겠지  
아무 일 없던 것처럼  
하염없이 걷던 이 길에도  
작은 들꽃이 여기 있는데  

어디에서 왔는지 알 수 없다 해도  
꽃은 피네  

참 많은 꽃들을 피웠었구나  
그때의 난  
이미 말라버린 맘도 피어나겠지  

Oh oh oh oh 아무리 달려봐도 제자리인 것 같아  
어디서 왔는지 어디로 가는지  
끝은 있는 건지  

지쳐서 주저앉아 고갤 떨궜을 때  
여기 있었구나 기억해 난  

참 많은 꽃들을 피웠었구나  
눈물이 나  

다시 피울 수 있을까  
그때의 나처럼

 Romanizzazione 

Geuttaeneun jogeumeun yeppeotgeulkka
Jigeum i moseupgwa dallasseulkka
Heojeonhaejin maeume jageun gieok soge
Kkoci itne

Jogeumssik naajil su itgetji
Dasi hanbeon useul su itgetji
Siganeul jinae eonjenga geunal geu sigane
Kkoci pine

Cham maneun kkoteureul piwosseotguna
Geuttaeui nan
Imi mallabeolin mamdo piona getji
Amu il eopdeon geoscheoreom
Hayeomeopsi geotdeon i gildeodo
Jageun deulkkochi yeogi itneunde

Eodieseo watneunji al su eopda haedo
Kkocheun pine

Cham maneun kkoteureul piwosseotguna
Geuttaeui nan
Imi mallabeolin mamdo piona getji

Oh oh oh oh amuri dalryeobwado jejarin geot gata
Eodieseo watneunji eodiro ganeunji
Kkeuteun inneun geonji

Jichyeoseo jujearyeoseo gogael tteolkkeot ttae
Yeogi isseotguna gieokhae nan

Cham maneun kkoteureul piwosseotguna
Nunmuri na

Dasi piul su isseulkka
Geuttaeui nacheoreom

3. Traduzione italiana 

Quando ero ancora un po’ tenera, ero forse più bella?
Forse eri diverso da come sei ora…?
Nel vuoto del cuore, tra i miei ricordi
ecco un fiore che sboccia

Piano piano tutto si aggiusta,
tornerò a sorridere ancora
col tempo, in qualche ora, in un giorno preciso,
un fiore sboccia

Ho fatto germogliare tanti fiori un tempo, oh,
quel che ero allora
ora anche questo cuore ormai disseccato
rifiorirà, come nulla fosse…
su questa strada segnata dal tempo
ecco un piccolo fiore di campo

Non so da dove venga,
eppure sboccia

Ho fatto germogliare tanti fiori un tempo, oh,
quel che ero allora
ora anche questo cuore ormai disseccato
rifiorirà

Oh oh, corro a perdifiato,
ma mi sembra di restare ferma:
da dove vengo, dove vado,
c’è una fine a tutto?

Quando, stremata, mi sono fermata
e ho chinato la testa,
mi sono ricordata: eri sempre qui

Ho fatto germogliare tanti fiori un tempo…
e ho pianto

Riuscirò a fiorire di nuovo?
Proprio come lo ero allora...

Dove ascoltare la canzone

  • YouTube (video ufficiale): https://www.youtube.com/watch?v=sROKkF0VRD8

  • Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/track/5lTjMLVQbceA8dOa7z1gvT

Informazioni aggiuntive

  • Titolo originale: 꽃 (Flower)

  • Artista: Roy Kim (김상우) 

  • Autore/compositore: Roy Kim 

  • Album: OST Part 2 della serie Disney+ Call It Love (2023) 

  • Data di uscita: 2023, incluse su Spotify e piattaforme digitali nel corso dell'anno

“꽃 (Flower)” è una gemma emozionale nel repertorio di Roy Kim: una ballata intima che parla di devastazione e resilienza, di come da un cuore stanco possa sbocciare un nuovo fiore. 

1000 volte grazie: il mio angolo riflessivo arriva a mille post

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Salve a tutti. Scrivo questo post con un mix di emozioni travolgenti nel cuore e le mani che tremano. Questo mio piccolo angolo riflessivo, attivo dal 2018 – precisamente dall’8 marzo, data che celebra anche la donna – oggi festeggia un traguardo speciale: il millesimo post.

Il blog ha 7 anni, 5 mesi e 3 giorni di attività. Tradotto in numeri, sono circa 2718 giorni totali. Questo significa che, da quando il KDG è nato, sono stati pubblicati in media 134 post all’anno, 11 al mese e quasi 3 a settimana. (Grazie al mio esame di statistica della ricerca sociale studiato da poco se so fare questi calcoli :’D).

Pubblicare 1000 post in 7 anni significa per me una sola cosa: nonostante le pause, gli addii, i cambiamenti, il mio amore costante e il mio impegno non sono mai venuti meno. In retrospettiva, è come se avessi raccolto 1000 ricordi, più di 100 per ogni anno.

In tutti questi anni ho cercato (e continuerò a farlo) di raccontarvi i drama attraverso i miei occhi. Io li vedo come luoghi caldi, intimi, accoglienti e autentici, e il mio desiderio è sempre stato quello di trasmettervi queste stesse emozioni. Ho voluto creare uno spazio in cui un appassionato come me potesse sentirsi coinvolto, curioso, stimolato… proprio come succede a me quando nella testa mi balenano mille perché a cui voglio dare una risposta.

Ci sono voluti anni per capire davvero la direzione che volevo dare a questo viaggio. I contenuti da condividere, la voce da trovare. Non mi sono sempre sentita pronta, ma oggi, dopo 7 anni, posso dire di essere completamente me stessa. Apro il KDG e penso: “Amo che questo sia il mio blog, che tutto questo mi appartenga.” E ne sono fiera.

Nel tempo ho ampliato i miei orizzonti. La mia curiosità non si è mai fermata ai drama e alle loro emozioni, ma si è estesa alle storie che raccontano, ai perché che le muovono, agli aspetti storici, sociali, culturali. Ho scritto diari personali, riflessioni intime, analisi di temi critici e complessi legati a un paese che ci ha donato uno dei prodotti di intrattenimento che più amiamo. È stato un passaggio naturale.

Chi segue questo blog da tempo lo sa: io e la cultura coreana non siamo mai andate d’accordo. Ma oggi c’è qualcosa che ci unisce: il rispetto profondo. Ci sono elementi radicati nella storia coreana che, per forza di cose, non potrò mai comprendere fino in fondo, perché non ci sono nata. Ma questo non mi impedisce di analizzarli, interpretarli, rispettarli anche quando non li condivido. Soprattutto, ho cercato di restituire bellezza a quegli aspetti che invece meritano di essere valorizzati. Perché la Corea è un popolo che ha sofferto tanto, ma, semplicemente, in modo diverso dal mio.

La comprensione e la gentilezza sono sempre stati temi centrali per me. E uno dei messaggi che ho cercato di trasmettere, da sempre, è questo: anche se non comprendiamo qualcosa, dobbiamo rispettarla. È importante.

Ora, due ultime righe e poi vi lascio.

Vorrei che chiunque mi abbia letto, anche una sola volta, abbia potuto percepire la mia sensibilità e la mia empatia. La mia curiosità, e l’amore che provo verso un popolo, una cultura e un prodotto di intrattenimento che per molti anni è stato il mio appiglio e la mia ancora in un momento molto buio della mia vita. La mia vita oggi è diversa, sto meglio. Ma le serie tv coreane sono rimaste con me: sono l’unico legame con il mio passato che non fa male, che riesco a ricordare con dolcezza.

Mi sono sempre espressa senza filtri, ma con rispetto. E spero che questo si sia percepito.
Anche se resto una folle fangirl, ho sempre preferito accompagnarvi nel mio mondo senza pontificare. Ho cercato di farvi riflettere, sorridere, indignarvi, entusiasmarvi… proprio come succede a me ogni volta che guardo un drama.

Il cammino del KDG continuerà finché sentirò il bisogno di scrivere. E spero che per molti anni ancora possa essere non solo il mio speciale angolino riflessivo… ma anche il vostro.