Hai mai desiderato premere “pausa”? In un mondo che corre senza pietà, dove anche respirare sembra un lusso, immaginare un luogo dove tutto rallenta — dove anche tu rallenti — è quasi un sogno. E in Corea, quel sogno ha un nome: 찜질방 (jjimjilbang).
Chi entra in un jjimjilbang non cerca solo relax. Cerca qualcosa che va più a fondo: uno spazio dove il corpo si distende, la mente si placa e, in silenzio, l’anima si ascolta.
Un piccolo mondo a parte
La parola jjimjilbang deriva da jjimjil, che significa “riscaldamento”, e bang, ovvero “stanza”. Letteralmente: “stanza riscaldata”. Ma in realtà è molto di più. È un universo parallelo fatto di sale rilassanti, stanze a diverse temperature, saune secche e umide, vasche bollenti e ghiacciate, angoli di silenzio e aree per dormire, chiacchierare, mangiare o semplicemente... essere.
Ci trovi dentro ristoranti, sale giochi, zone relax, stanze del ghiaccio, camere con sale rosa dell’Himalaya, letti a infrarossi e persino cinema. Sì, esatto: cinema. Tutto sotto lo stesso tetto, con indosso un pigiamino di cotone e una fascetta in testa a forma di pecora (non è uno scherzo, è un classico!).
Un pezzo di cultura, non solo un centro benessere
In Corea, il jjimjilbang è molto più che una spa: è un modo di vivere. È un’istituzione popolare, alla portata di tutti, dove si va con gli amici, in famiglia, o anche da soli per ritrovare sé stessi. È parte della quotidianità, come il kimchi sulla tavola o il caffè la mattina.
In passato, le case coreane non avevano il bagno. I mokyotang — i bagni pubblici — erano l’unica soluzione. Da lì si è evoluto tutto: dai hanjeungmak usati per scopi medicinali, agli oncheon e ai mokyotang più moderni, fino ai jjimjilbang di oggi, veri e propri templi del benessere.
Perché andare in un jjimjilbang?
Per staccare. Per sudare via le tensioni, lasciarsi coccolare da uno scrub fatto da mani esperte, per galleggiare in una vasca calda e dimenticare ogni scadenza. Per sedersi a mangiare uova cotte nel sale caldo e bere una bibita al riso, mentre fuori la vita continua a correre — ma tu, almeno per un po’, no.
È un’esperienza che unisce generazioni: bambini che ridono nelle piscine, adolescenti che scattano selfie nelle stanze luminose, adulti che schiacciano un pisolino, anziani che chiacchierano in silenzio. Il jjimjilbang è per tutti. Nessuno si sente fuori posto.
Cosa aspettarsi: dalla nudità al relax totale
La prima volta può essere spiazzante. Entrare completamente nudi nelle vasche, insieme a sconosciuti, può sembrare strano. Ma poi ti accorgi che nessuno guarda, nessuno giudica. È tutto normale. È così che si fa. Prima ci si lava con cura, poi ci si immerge. Sudare è un rituale, un atto di purificazione. La pelle si rinnova. Il cuore si alleggerisce.
E poi c’è la parte “sociale”. I coreani parlano molto mentre si rilassano. È comune vedere famiglie che mangiano insieme, amici che fanno due chiacchiere stesi sul pavimento caldo, coppie che ridono sotto una coperta leggera. In un jjimjilbang, ci si incontra davvero.
Regole semplici, piaceri immensi
Paghi l’ingresso, ricevi una divisa pulita e un asciugamano, ti cambi e… il resto viene da sé. Rispetta le aree divise per genere, lava bene il corpo prima di entrare nelle vasche, non gridare, non correre. Qui tutto è lento. Tutto è pensato per farti stare bene.
Tra una sauna e l’altra, puoi anche imparare qualche frase utile in coreano:
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“마사지 받을 수 있나요?” (Posso fare un massaggio?)
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“식당 어디있어요?” (Dove si trova il ristorante?)
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“비빔밥 주세요.” (Un bibimbap, per favore.)Anche solo provare a parlare la lingua aggiunge qualcosa di magico all’esperienza.
Il fascino del quotidiano che cura
In Corea, il jjimjilbang è un rifugio quotidiano. Non serve essere ricchi per concedersi una giornata lì. Bastano pochi euro e il desiderio di volersi bene. È una forma di autoterapia accessibile, concreta, quasi terapeutica.
Non risolve i problemi, ma ti prepara ad affrontarli meglio. Ti ricorda che prenderti cura di te stesso non è un lusso, ma un diritto. E che a volte, tra una sauna e una ciotola di ramen, puoi ritrovare il tuo centro.
Un consiglio se capiti in Corea?
Vai. Non pensarci due volte. Esci dalla comfort zone, metti via il telefono, entra in quel mondo parallelo dove nessuno ha fretta, e concediti qualche ora per ricordarti che anche tu, ogni tanto, meriti pace.
Fonte: https://ling-app.com/ko/phrases-for-the-korean-spa/