
La cultura coreana ha una lunga tradizione in fatto di incontri. Nella società tradizionale, fortemente influenzata dal confucianesimo, uomini e donne non potevano socializzare liberamente. I matrimoni erano spesso combinati da "matchmaker" scelti direttamente dai genitori.
Oggi le cose sono molto cambiate. In Corea del Sud, se sei single, puoi contare su una lista infinita di “intermediari d’amore”: amici, genitori, parenti, amici di famiglia, agenzie e app. Praticamente tutti possono contribuire a trovarti l’anima gemella (o almeno provarci). Ma come funziona esattamente? Ecco un viaggio tra i metodi di incontro più diffusi – e più coreani che ci siano.
미팅 (Meeting): il classico "uscimmo a bere e cantammo al karaoke"
Se un amico coreano ti dice che ha un “meeting”, non sta parlando di una riunione di lavoro. In Corea, 미팅 (si legge proprio “meeting”) è una parola usata per indicare gli incontri di gruppo tra ragazzi e ragazze single.
Funziona così: un ragazzo e una ragazza organizzano un’uscita con 3-4 amici single ciascuno, e si trovano in un bar o in una caffetteria. Si gioca, si beve, si ride e – nella maggior parte dei casi – si finisce a cantare in un karaoke. Non è una cosa seria, ma un modo divertente per conoscersi. Se due si piacciono, si scambiano i contatti e magari iniziano a uscire da soli.
Piccola chicca linguistica: il ragazzo più attraente viene soprannominato 킹카 ("king-ka", cioè “carta del re”), mentre la ragazza più affascinante è la 퀸카 ("kwin-ka", “carta regina”). Una specie di gara di popolarità in versione romantica.
소개팅 (Sogaeting): l'appuntamento al buio tra amici
Il sogaeting nasce dall’unione delle parole coreane “소개” (presentazione) e “팅” (dalla parola “meeting”). È l’equivalente di un appuntamento al buio, ma organizzato da amici comuni.
Di solito funziona così: due amici che si conoscono portano con sé un amico/a single e organizzano un incontro in una caffetteria. Prima si chiacchiera tutti e quattro insieme, poi i “cupido” se ne vanno lasciando i due potenziali piccioncini a conoscersi meglio. Se l’intesa c’è, magari si continua la serata con una cena o un film.
번개팅 (Bungaeting): dating… al fulmine!
La Corea è uno dei paesi più connessi al mondo, quindi non sorprende che anche gli appuntamenti siano diventati digitali. Il bungaeting (da “번개” = fulmine) è una sorta di “speed date” online, nato con le chat e poi evoluto nelle app. È un appuntamento improvvisato, organizzato all’ultimo minuto tramite internet o telefono.
App per incontri: amore a colpi di algoritmo
Con la diffusione degli smartphone, sono nate anche le SDS app (social dating service), cioè le app per incontri. Funzionano più o meno come Tinder, ma con una marcia in più: qui si punta anche a relazioni serie, spesso finalizzate al matrimonio.
Una delle più famose è I-um, attiva dal 2010 e rivolta ai single tra i 20 e i 30 anni. Con una quota d’iscrizione di 80.000 won (circa 55 euro), permette di ricevere match giornalieri. Se scatta qualcosa, ci si incontra di persona.
Un’altra app, Honey Bridge, si basa su conversazioni telefoniche: puoi parlare con il tuo match, ricevere suggerimenti di argomenti e, se vi piacete, scambiarvi foto e numeri.
부킹 (Booking): il metodo... notturno
Il booking è un modo molto particolare di fare conoscenze, riservato agli adulti e ai locali notturni. Dimentica però le discoteche occidentali: nei night club coreani ci sono tavoli, costose bottiglie di vino e frutta, ma si balla poco o niente.
Funziona così: un gruppo di uomini si siede a un tavolo e lascia una mancia al cameriere, che va in giro a cercare ragazze da far sedere con loro. Più alta è la mancia, più "interessanti" saranno le ragazze che porterà. Se scatta qualcosa, si scambiano i numeri.
Alcuni camerieri hanno addirittura un loro “database” personale di ragazze da contattare in caso di necessità, alle quali offrono tavoli e drink gratis. Gli uomini, intanto, possono spendere anche 150.000 won a testa per una sola sera.
선 (Seon): il dating vecchio stile, versione matrimonio
Il seon è il metodo più tradizionale e serio. Qui non si parla di flirt, ma di matrimonio. In genere sono i genitori a chiedere a un matchmaker professionista o a un amico fidato di trovare un partner adatto per il figlio o la figlia non ancora sposati.
Il seon è un vero e proprio colloquio conoscitivo: la famiglia controlla il background dell’altro (status sociale, istruzione, reddito), poi organizza un incontro. Se c’è intesa, si inizia a uscire. E sì, può succedere che ci si sposi nel giro di un paio di mesi. Il tutto con benedizione (e controllo) dei genitori, ovviamente. Se va a buon fine, il matchmaker riceve anche un compenso.
Agenzie professionali: il dating diventa scienza
Ultima tappa di questo viaggio? Le agenzie di matchmaking professionali. Ce ne sono tantissime in Corea, e funzionano in modo estremamente meticoloso. Prendiamo Duo, una delle più famose: ha più di 29.000 membri e quote che vanno da 1 a 4 milioni di won.
Ogni iscritto risponde a ben 150 domande personali (sì, hai letto bene): dal lavoro alle abitudini di fumo, dalla famiglia all’altezza, dal debito alle passioni. Tutto documentato. Poi il computer fa il resto e propone da 7 a 10 match “compatibili”.
Alcune agenzie organizzano anche eventi di gruppo: feste in hotel dove gli uomini ruotano tra i tavoli per parlare con tutte le donne presenti. Alla fine ognuno consegna una “love-match card” con il numero della persona che gli è piaciuta di più.
Insomma, se pensavi che incontrarsi per caso in metropolitana fosse l’unico modo per trovare l’amore, in Corea del Sud ti ricrederai. Dalle cene tra amici alle app super tecnologiche, dal karaoke alle agenzie con 150 domande, i coreani hanno trasformato l’arte del dating in una vera scienza… con un pizzico di follia.
E magari, tra un soju e un "annyeong", troverai anche tu il tuo Mr o Miss Right.
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