Nel cuore della storia coreana si nascondono episodi tanto affascinanti quanto inquietanti, frammenti di potere, intrighi e decisioni che ancora oggi lasciano il segno nella memoria collettiva. Tra questi, spiccano due figure centrali della dinastia Joseon: il fondatore Re Taejo e suo figlio, l’astuto e calcolatore Re Taejong. Due uomini legati dal sangue ma divisi dalla visione del potere.
La leggenda dei messaggeri scomparsi si snoda attorno alla figura di Re Taejo, salito al trono nel 1392. Un generale esperto, deciso a gettare le basi per una nuova dinastia, vide il suo regno presto lacerato da conflitti interni. Dopo aver designato il suo ottavo figlio, Yi Bang Seok, come principe ereditario, scatenò la rabbia dei figli più grandi nati da un'altra madre. Questo portò al tragico evento passato alla storia come il "massacro dei principi", orchestrato dal suo quinto figlio, Yi Bang Won, il futuro Re Taejong.
Dopo il massacro, Taejo — devastato — abdicò e si ritirò a vita privata, ma continuò a ricevere rapporti regolari sullo stato del paese. Questi rapporti venivano trasmessi da messaggeri selezionati, incaricati di portare notizie importanti alla residenza dell'ex re.
Ma poi accadde qualcosa di strano. Uno dopo l’altro, i messaggeri sparirono. Nessuno tornava a palazzo, e nessuno sembrava sapere che fine avessero fatto. Anni dopo, divenuto ormai Re Taejong, Yi Bang Won confessò con inquietante calma di aver fatto giustiziare personalmente quei messaggeri, uno dopo l’altro, accusandoli di "doppia lealtà" e di portare avanti le volontà del padre anziché quelle del nuovo regnante. Un modo brutale, ma efficace, per tagliare ogni legame con il passato e affermare il proprio potere senza interferenze.
Ma non fu solo il pugno di ferro a definire il regno di Taejong. Dietro il volto rigido del monarca si celava una mente lucida e strategica, capace di trasformare la Corea medievale in uno stato più moderno e organizzato. Uno degli esempi più sorprendenti della sua visione a lungo termine fu il Cheonggyecheon, il torrente che attraversa Seoul e che oggi è un simbolo iconico della città.
Mentre è vero che la ristrutturazione moderna del Cheonggyecheon risale al XXI secolo, in pochi sanno che fu Re Taejong a concepire per primo l'idea di gestire e canalizzare quel corso d'acqua, nel XIV secolo. A quel tempo, il torrente era una fonte costante di inondazioni e problemi sanitari per la popolazione della capitale Hanyang (oggi Seoul). Fu proprio Taejong a ordinare l’escavazione e l’organizzazione delle acque, coinvolgendo centinaia di lavoratori in un progetto che combinava ingegno ingegneristico e gestione urbana.
In fondo, nonostante la crudeltà e le decisioni spietate, Taejong non fu solo un re assetato di potere, ma anche un riformatore visionario. Ridusse il potere dei nobili, consolidò l'autorità statale e mise le basi per la burocrazia efficiente che avrebbe caratterizzato Joseon per secoli. Fece scelte dolorose, spesso irreversibili, ma sempre guidate da un'idea chiara: la stabilità del regno sopra ogni cosa.
E così, nella danza tra ombra e luce, tra sangue e progresso, i re di Joseon ci ricordano quanto spesso la storia non sia fatta di buoni o cattivi, ma di uomini capaci di plasmare un’intera nazione — a qualunque costo.
fonte:
- https://thetalkingcupboard.com/portfolio/king-taejo-and-the-disappearing-messengers/
- https://thetalkingcupboard.com/portfolio/the-brain-behind-cheonggyecheon-stream-king-taejong/
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