11 luglio 2025

APT. – Quando un gioco coreano diventa un tormentone globale (e una piccola rivoluzione culturale)

 

Ci sono canzoni che ascolti e poi dimentichi. E poi ci sono quelle che ti si infilano in testa, ti fanno sorridere, ballare, cercare il significato delle parole in una lingua che non conosci e ti spingono a scoprire giochi da bere che fino al giorno prima non sapevi nemmeno esistessero. APT. è una di quelle.

Uscita il 18 ottobre 2024, questa collaborazione tra Rosé delle BLACKPINK e Bruno Mars è diventata in pochissimo tempo molto più di una semplice hit musicale. È diventata un fenomeno, un simbolo pop, un ponte tra culture e generazioni. E, forse, anche un modo nuovo di pensare alla musica.


Un ritornello, un gioco, un simbolo

Il titolo APT. non è altro che la forma abbreviata della parola coreana “아파트” (apateu), che significa “appartamento”. Sì, proprio come quelli in cui vivono milioni di persone. Ma dietro questo titolo apparentemente banale si nasconde qualcosa di sorprendente: un gioco da bere coreano molto popolare, semplice e geniale. Ed è anche il preferito di Rosé.

Nel gioco, i partecipanti incrociano le mani ripetendo “apateu, apateu”, le impilano come i piani di un palazzo e, a turno, le tolgono seguendo un numero scelto da un leader. Chi sbaglia o viene “pescato” deve bere. Il tutto è accompagnato da una risata collettiva e da quell’atmosfera da serata tra amici che, magicamente, riesce a uscire anche dalle casse della canzone.

Il ritornello di APT. riprende proprio quel ritmo, quel “apateu, apateu” incalzante, e lo trasforma in un hook contagioso, difficile da dimenticare. Non importa che tu non conosca il coreano: la melodia ti prende, il gioco ti incuriosisce, e quel “geonbae” (che significa “cin cin”) cantato da Bruno Mars ti fa sorridere. Perché capisci, all’improvviso, che ti stai divertendo. E che stai imparando qualcosa su una cultura lontana, ma vicinissima.


Una fusione che funziona

Il segreto del successo di APT. non è solo nella trovata del gioco o nel talento dei due artisti, ma nella sua capacità di fondere culture in modo autentico e naturale. Musicalmente, la canzone è un mix esplosivo di pop-punk, indie rock ed electropop, con una melodia orecchiabile che strizza l’occhio agli anni Ottanta e Duemila: impossibile non pensare a Mickey di Toni Basil o a That’s Not My Name delle Ting Tings.

Eppure, c’è qualcosa di fresco, di nuovo, di giocoso. Bruno Mars, con la sua solita ironia e versatilità, canta in coreano, agita bandiere nella clip ufficiale e sembra divertirsi davvero. Rosé, da parte sua, è luminosa, naturale, a suo agio nel mischiare la sua identità K-pop con il sound globale. Il risultato è un brano che non cerca di essere “internazionale” a forza, ma lo diventa proprio perché è profondamente autentico.


Una viralità che parla tutte le lingue

I numeri parlano da soli, ma quello che colpisce di più è come la canzone sia esplosa nei cuori delle persone, prima ancora che nelle classifiche. In soli 4 giorni ha conquistato la vetta di Spotify Global e U.S., in 5 giorni ha superato i 100 milioni di visualizzazioni su YouTube, e ha regalato a Rosé un primato: prima solista K-pop donna a entrare nella Top 10 della Billboard Hot 100 USA e della UK Singles Chart. A coronare il tutto, il premio Global Sensation ai MAMA Awards 2024.

Ma la vera rivoluzione è stata su TikTok, YouTube e Instagram, dove migliaia di utenti hanno cominciato a giocare a “Apartment Game”, a imitare la coreografia, a tradurre le parole, a fare duetti, remix, meme. È nata una piccola comunità globale intorno a un gioco coreano, a una parola difficile da pronunciare, a un’idea che sembrava troppo semplice per diventare geniale. Eppure...


Da gioco locale a trend globale

La cosa più bella? Il successo di APT. ha acceso la curiosità su tutti gli altri drinking game coreani, vere e proprie chicche culturali che ora fanno il giro del mondo.

C’è il gioco del Nunchi, che allena l’abilità di leggere la stanza e agire con tempismo, evitando di dire il numero di qualcun altro. C’è il 3-6-9, in cui si deve battere le mani invece di pronunciare numeri con il 3, il 6 o il 9: sembra facile, ma la tensione sale velocemente. E poi c’è il gioco di Son Byeong-ho, in cui si abbassano le dita in base a quanto ci si riconosce negli altri: un mix di verità, spontaneità e imbarazzo che rompe il ghiaccio in un attimo.

Sono giochi che parlano di gruppo, di presenza, di leggerezza. Che si possono fare anche senza bere, solo per ridere insieme. E che ora, grazie a una canzone, stanno conquistando feste, università, dormitori e salotti dall’Asia all’Europa, dall’America all’Australia.


L’effetto domino: la musica come linguaggio universale

L’effetto domino è sorprendente. Persino 아파트 di Yoon Soo-il, canzone del 1982 completamente diversa nello stile ma identica nel titolo, ha visto impennarsi gli ascolti in streaming di cinque volte. È come se la parola stessa, “apartment”, fosse diventata una specie di portale che collega generazioni, tempi, suoni.

E tutto questo ci ricorda una cosa importantissima: la musica è un linguaggio universale, ma può anche essere un linguaggio culturale. Può farci scoprire abitudini, parole, riti, giochi, emozioni che non conoscevamo. Può creare ponti, anziché barriere. E quando lo fa con leggerezza, divertimento e intelligenza, lascia il segno.


E tu, hai già giocato ad APT.?

Forse è proprio questa la forza di APT.: non si limita a suonare bene. Ti invita a partecipare, a fare parte di qualcosa, a scoprire. Non importa da dove vieni, che lingua parli, quanti anni hai. Ti basta battere le mani, impilare le mani con i tuoi amici e gridare “apateu, apateu!” per sentirti improvvisamente connesso a un mondo che sembrava così lontano.

E alla fine, non è forse questo il potere più bello che può avere una canzone?

Fonte: https://koreancultureblog.com/2024/12/19/viral-apt-where-k-culture-meets-western-pop/

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