13 luglio 2025

Le mie citazioni preferite di sempre (2024)

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All'inizio del 2022 pubblicai un post chiamato "le mie citazioni preferite di sempre" per festeggiare il raggiungimento dei 100 post dedicati alle quotes. Da lì ho pensato di creare una serie con la pubblicazione delle mie citazioni preferite di sempre del 2023, ed oggi, purtroppo in ritardo con quelle relative al 2024. Spero di riuscire, entro fine anno a stilarvi anche quelle del 2025. Buona lettura!

Dicono che le vite umane siano così comuni e banali, eppure mi spaventa pensare di perdere la mia. - Gyeongseong Creature

Mia madre una volta mi disse: "Puoi creare così tante forme diverse con una sola corda. Quindi immagina quante forme potrebbero essere create quando due persone si incontrano. Quei legami imprevedibili del destino modellano lo stampo di una nuova vita e ne guidano la direzione. Per prima cosa Incontri apparentemente casuali, giorni, epoche e spazio iniziano tutti a muoversi in una direzione specifica," Un'attrazione che sembra vaga eppure così chiara e palpabile. Sfida il calcolo. Una forza incalcolabile che ti travolge. Si tratta di una spinta infinita finché due finalmente si incontrano come uno. Mi ha detto che è il potere del destino. - Gyeongseong Creature

Anche se siamo dalla stessa parte, i nostri pensieri possono differire. Se non puoi esprimere liberamente il tuo dissenso, non sei più dalla stessa parte.  - Gyeongseong Creature
Tra innumerevoli parole che fluttuano nelle nostre teste. Scegliamo attentamente quelli più facili e semplici e parliamo tra loro. Ma sappiamo che i nostri sentimenti non sono semplici come le parole che ci scambiamo. -  Tell Me That You Love Me

Può essere il fatto che siamo così diversi il motivo? Voglio dire, non esistono due persone al mondo che siano completamente uguali. Se una persona con un braccio solo si innamora con un'altra persona con un braccio solo, andrebbe bene? La gente dice che presto si inizierebbe a odiare e a risentirsi a vicenda. Ma non ne sono così sicuro. Bene. Diciamo che è vero. Allora non sarebbe giusto stare insieme finché non si inizino ad odiare a vicenda? Non sarebbe giusto dare il massimo finché non inizi a odiare tutto? Anche se l'amore non è uguale per forma e per dimensioni.. Anche se potrebbe non essere giusto.. Non andrebbe bene che amiamo fino ad allora? -  Tell Me That You Love Me

Ho sempre pensato che fossi io quello che avrebbe dovuto sforzarsi di vivere in armonia con gli altri. Perché in questo mondo ci sono molte più persone che sentono rispetto a quelle che non possono. Ma tra tutte quelle persone, qualcuno è venuto da me e mi ha salutato per primo. -  Tell Me That You Love Me

Non puoi davvero dire di vivere quando vivi nella paura costante.  - death's game

Non è quello che fate voi umani? Ti preoccupi più della spina nel tuo dito che del coltello nel corpo di qualcun altro. - death's game

Se ferisci qualcuno, devi imparare a pentirti. Non farne un'arma per spaventare gli altri.  -  death's game


Nessuno è codardo o ingannevole perché vuole esserlo. Diventiamo tutti disperati e facciamo delle scelte per le nostre ragioni.   - castaway diva

Facciamo facilmente il tifo per gli estranei. Ma diventiamo realistici quando si avvicinano a noi. - castaway diva

Nella vita imparerai che alcune persone diventano felici per le disgrazie altrui. Imparerai che molti diventano gelosi del successo degli altri. Questo perché, quando le loro vite diventano patetiche, si rifiutano di incolpare sé stessi. Ecco perché danno la colpa agli altri e vogliono abbatterli. Perché è più facile. - castaway diva
L'amore non ha sempre bisogno di essere visibile. Gli uomini amano con il cuore, non con gli occhi. - Welcome to Samdal-ri

Dicono: 'Un'ombra è proiettata dietro una persona che risplende'. Dietro lo splendore e i sorrisi luminosi, si nasconde un’oscurità difficile da notare. - Welcome to Samdal-ri

Come sempre, andiamo avanti finché il nostro fiato lo consente, senza essere avidi. E ogni volta che saremo senza fiato, torneremo in quel posto. Avere un posto in cui tornare è un sollievo incredibile. -Welcome to Samdal-ri 

Noraebang: la stanza dei segreti e delle emozioni urlate. Ovvero, perché in Corea non puoi non provare il karaoke

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Ci sono esperienze che sembrano piccole e leggere, ma che in realtà racchiudono un intero pezzo di cultura. Un po’ come le fotografie dimenticate in fondo a un cassetto, o come quelle sere che sembravano iniziate per caso e invece le ricordi tutta la vita. Il karaoke in Corea, o meglio, il noraebang, è esattamente questo: un piccolo universo in una stanza, un rituale collettivo dove si canta per divertirsi, per sfogarsi, per sentirsi vivi. Dove, tra un tamburello e un microfono, a volte ti capita anche di riscoprire chi sei.

E no, non sto parlando dei karaoke alla vecchia maniera, quelli aperti in mezzo a un bar con gente che ti guarda stonare. Il noraebang coreano è tutto un altro mondo. Intimo, bizzarro, coloratissimo. Ed è qualcosa che, se vai in Corea, devi provare almeno una volta. Altrimenti ti perdi un pezzo importante del puzzle.

Una parola, un universo: che cos’è il noraebang?

Partiamo dalla base. Noraebang è una parola composta: “norae” vuol dire “canzone” e “bang” significa “stanza”. Letteralmente, quindi, è una “stanza per cantare”. Ma nella realtà è molto di più. È un rifugio, un piccolo spazio fuori dal mondo, dove puoi cantare con gli amici, da solo, dopo una serata alcolica o anche solo perché avevi bisogno di un momento per te.

Quello che molti non sanno è che il noraebang è profondamente legato alla cultura coreana contemporanea, ma ha radici che affondano anche in Giappone, dove furono inventate le prime macchine per il karaoke. La Corea ha preso quell’idea e l’ha trasformata in un’abitudine nazionale, adattandola ai propri ritmi, alle proprie emozioni, alla propria estetica. E il risultato è qualcosa di unico.

La vita notturna... finisce col microfono in mano

In Corea, soprattutto a Seoul, è impossibile non notare i noraebang. Ce ne sono ovunque: nei vicoli, sotto ai palazzi, in cima agli edifici, tra un negozio di cosmetici e un ristorante di barbecue. Se ti trovi in quartieri come Hongdae, Myeongdong o Gangnam, ti sembrerà di vedere insegne luminose ovunque, ognuna promette un karaoke più figo dell’altro.

Per i coreani, andare al karaoke è quasi una tappa obbligata dopo una serata con gli amici o i colleghi. Prima si mangia, poi si beve... e poi si canta. Spesso fino a notte fonda, se non addirittura all’alba. Ci si sfoga, si ride, si balla, si urla. Perché il noraebang non è solo canto: è catarsi, è liberazione.

Quanto costa cantare in Corea? (spoiler: meno di quanto pensi)

La cosa sorprendente è che il noraebang è anche estremamente accessibile. Certo, ci sono le versioni deluxe con arredamenti a tema, luci psichedeliche e divanetti morbidi, che possono costare anche 20.000-30.000 won all’ora (circa 13-20 euro), ma la media è molto più bassa. Esistono stanze semplici che si affittano anche per 5.000 won all’ora (circa 3 euro). E se vuoi solo farti due canzoni al volo da solo, ci sono i famosi coin noraebang, piccole cabine da 1-4 persone dove con 1.000 won (meno di 1 euro) puoi cantare 4 brani.

Sì, hai capito bene. Per meno di un caffè, puoi salire su un piccolo palcoscenico privato e dare voce alla tua anima da rockstar.

E non serve essere bravi. Nessuno lì dentro ti giudica. Il bello del noraebang è proprio questo: tutti hanno il diritto di cantare male e divertirsi lo stesso.

Dentro una stanza magica: cosa c’è nel noraebang coreano

Quando entri, sembra di varcare la soglia di un piccolo mondo a parte. Trovi due microfoni, un tamburello, una macchina del karaoke con schermo e telecomando, e un songbook infinito, pieno di canzoni coreane e internazionali. E a volte, puoi anche scegliere un costume da indossare: parrucche, cappelli stravaganti, giacche glitter. Sì, puoi travestirti mentre canti. E no, non è strano: è divertente da morire.

Alcuni noraebang hanno anche stanze a tema: arredamenti marini, luci soffuse da lounge bar, oppure ambientazioni futuristiche. E in quel contesto, non c’è bisogno di essere sobri. Anzi. È proprio lì che, tra risate imbarazzate e stonature epiche, nascono momenti sinceri.

Perché cantare, in fondo, è un atto emotivo. E nel noraebang puoi permetterti di essere fragile, buffo, autentico.

Piccoli codici di comportamento da sapere (e da rispettare)

Ok, ora che sei convinta/o a provarlo, ecco alcune dritte fondamentali per non sembrare maleducato/a:

  • Non interrompere gli altri mentre cantano, anche se sono stonati.

  • Non prendere il microfono di qualcuno senza essere invitato.

  • Preparati almeno 3-4 canzoni, così non ripeti sempre la stessa.

  • Rispetta i turni. Non monopolizzare la serata.

  • E soprattutto… lasciati andare.

Perché alla fine, il noraebang è questo: un modo per dimenticare il peso delle giornate, per ritrovare se stessi dentro una strofa urlata male, o per dire qualcosa che a parole non sapresti dire.

Perché dovresti andarci (davvero)

Se stai pianificando un viaggio in Corea, metti il noraebang nella tua lista. Fallo anche se pensi di non saper cantare, anche se ti vergogni. Perché quella stanza piccola e buia può trasformarsi in un ricordo gigantesco.

Lì dentro, potresti scoprire di avere una voce che non pensavi di avere. Oppure, potresti semplicemente ridere così tanto da dimenticare tutto per un’ora. Ed è già abbastanza.

A volte basta un microfono, un tamburello e una canzone per sentirsi di nuovo vivi.

Fonte: https://ling-app.com/ko/korean-karaoke/

Brividi made in Korea: un viaggio nei luoghi più infestati del Paese

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Ci sono luoghi che non trovi nelle guide turistiche, quelli che non ti consiglia nessuno, anzi... ti avvertono di starne alla larga. Ma poi ci sei tu, curioso/a e testardo/a, che invece vuoi andare proprio lì. Vuoi vedere con i tuoi occhi se è vero. Vuoi sentire il gelo che attraversa la schiena quando il silenzio si fa troppo silenzioso. E allora oggi ti porto con me in un viaggio un po’ diverso dal solito, uno di quelli da leggere con la luce accesa: tra i luoghi più infestati della Corea del Sud.

Sì, proprio quella Corea che ci ha regalato K-drama romantici, idol con i capelli arcobaleno e piatti che scottano anche l’anima. Ma sotto la superficie patinata e colorata... esiste un’altra Corea. Più cupa. Più inquieta. Una Corea fatta di palazzi abbandonati, ospedali psichiatrici dove il tempo si è fermato, miniere che sussurrano ancora dolore, e case dove forse qualcuno… non se n’è mai davvero andato.

👻 Pronto/a per entrare? Respira. E cammina piano.


Goseong Unhyeongung: il palazzo che cerca la verità

Iniziamo da qualcosa che potrebbe sembrare elegante, quasi regale. E infatti lo è: Goseong Unhyeongung, antico palazzo della dinastia Joseon. Ma non lasciarti ingannare dalla bellezza dell’architettura o dalla quiete del giardino. Qui, si dice, aleggi il fantasma di un noto studioso, Min Yong-Ik, scomparso misteriosamente dopo essere stato invitato per una lezione. Nessuno l’ha più rivisto. Nessun corpo è mai stato trovato. Solo la sua presenza, dicono, continua a vagare, intrappolata tra i muri del palazzo.

Le statue sembrano osservarvi. I corridoi sembrano accorciarsi da soli. E ogni tanto, qualcuno giura di sentire passi leggeri, come se un'anima cercasse ancora le sue risposte.


Yeongdeok Haunted House: dove il terrore è uno spettacolo

C'è poi Yeongdeok, un nome che ormai è diventato una leggenda nel mondo delle case infestate. Qui non parliamo solo di presenze, ma di un vero e proprio parco horror... solo che non è detto che tutto sia finzione.

Questa casa stregata è piena di effetti speciali, urla registrate, stanze buie e attori truccati. Ma quello che inquieta davvero sono le testimonianze di chi, anche a luci accese, ha visto qualcosa di troppo reale. Ombre che non erano previste. Voci fuori copione. Porte che si chiudono da sole. Qualcuno esce ridendo... ma non tutti.


Naju Haunted House: quella casa che ti guarda

Se ami l’atmosfera da thriller psicologico, allora la casa infestata di Naju fa per te. Non ha un’origine chiara, nessuno sa cosa sia successo esattamente lì. Ma chi entra, racconta tutti la stessa cosa: voci. Freddo improvviso. Oggetti fuori posto. Sensazioni che ti attraversano le ossa.

E poi ci sono quei dettagli inquietanti: foto vecchie, documenti sparsi, sedie spostate da mani invisibili. Come se chi ci abitava una volta non volesse essere dimenticato.


La miniera di cobalto abbandonata di Gyeongsan: dove il dolore rimane

Se c’è un posto dove il buio pesa, è qui. La miniera abbandonata di Gyeongsan, un luogo usato dai giapponesi durante l’occupazione. Storie di incidenti, suicidi, malattie. Storie di vite spezzate e dimenticate. E poi chi entra, oggi, racconta di rumori metallici, passi che rimbombano nel vuoto, sagome che si muovono nel nero assoluto.

È un posto che sembra ricordare ogni nome, ogni grido. È un dolore che ha preso forma. Attenzione, però: è pericoloso davvero. Lì sotto il tempo si è fermato… ma le mine inesplose potrebbero non essersi mai addormentate.


Gonjiam Psychiatric Hospital: il manicomio maledetto

Questo non ha bisogno di presentazioni: il Gonjiam Psychiatric Hospital è il luogo infestato per eccellenza in Corea. Talmente celebre che ci hanno fatto un film horror, “Gonjiam: Haunted Asylum”, che per molti è già troppo da vedere… figuriamoci da visitare.

Si dice che lì dentro si praticassero trattamenti inumani. Che i pazienti venissero lasciati morire, o peggio. E oggi, chi entra racconta di grida nel nulla, luci che si accendono da sole, sguardi che ti inseguono anche quando sei solo/a.

Ci sono cartelli che avvisano di non entrare. Eppure c’è sempre qualcuno che ci prova. Forse per coraggio. Forse per sfida. Forse solo per sentire qualcosa. Ma chi esce... non è mai lo stesso.


Paldang Haunted House: la bambina che non ha lasciato la riva

A volte il terrore è sottile, quasi poetico. Come quello della Paldang Haunted House, che sorge sulle rive di un lago tranquillo. Si racconta che lì sotto riposi una bambina morta in un incidente, e che la casa sia stata costruita proprio sulla sua tomba.

Chi entra parla di suoni improvvisi, correnti d’aria gelida, figure dietro le tende. Nel 2017 alcuni studenti ci sono andati per gioco… e non hanno mai più voluto parlarne.


Non solo K-pop e ramen: la Corea che fa tremare

Chi l'avrebbe detto? Dietro ai colori pastello e le canzoni orecchiabili, la Corea del Sud nasconde un lato oscuro, fatto di storie mai chiuse, sussurri del passato e luoghi che sembrano non voler essere dimenticati.

E non è solo questione di paura. È che in questi luoghi si percepisce qualcosa di più profondo: la memoria collettiva del dolore, il modo in cui un Paese così moderno e veloce porta ancora addosso ferite invisibili.

Forse è per questo che certi posti ci attraggono. Perché sono veri. Perché ci ricordano che non tutto si può spiegare. E non tutto va dimenticato.


🕯️ Ultimo consiglio: se vai… non andarci da solo/a.

E se vuoi immergerti ancora di più nell’atmosfera, magari ripassa qualche parola coreana utile per l’occasione:

  • 👻 Ghost = 귀신 (Gwishin)

  • 🕸️ Cobweb = 거미줄 (Geomijul)

  • 💀 Skeleton = 해골 (Haegol)

  • 🧛 Vampire = 흡혈귀 (Heubhyeolgwi)

  • 🧙‍♀️ Witchcraft = 요술 (Yosul)

Perché sì, anche la lingua… può far paura.

Fonte: https://ling-app.com/ko/haunted-locations-in-south-korea/