14 luglio 2025

Dentro i K-Drama: Sciamani, spiriti e antiche credenze. Realtà o finzione?

Ci sono momenti in cui guardi un K-drama e ti ritrovi a pensare: “Ma davvero queste cose esistono in Corea?”. Ti capita magari quando una donna vestita di bianco comincia a ballare al ritmo di tamburi ancestrali, con gli occhi chiusi e la voce rotta da qualcosa che sembra non appartenere a questo mondo. È lì che entrano in scena loro: le sciamane. Figure misteriose, affascinanti, a tratti inquietanti, che sembrano uscite da un altro tempo — eppure perfettamente incastonate nella trama, come se fossero sempre state lì, ad aspettare.

Ma chi sono davvero queste donne (e talvolta uomini) che vediamo nei drama come Goblin, Café Minamdang o persino Squid Game? Sono frutto di una trovata narrativa per dare un tocco di soprannaturale, o sono lo specchio di una realtà ancora viva nella Corea del Sud di oggi?

Lo sciamanesimo in Corea: una radice che non si spezza

Prima ancora di Buddha, prima ancora del Dio cristiano, in Corea c’erano loro: i mudang. Uomini e donne capaci — o ritenuti tali — di comunicare con gli spiriti, interpretare presagi, scacciare energie negative, guarire anime e corpi. Lo sciamanesimo, o muismo, è una delle tradizioni religiose più antiche della Corea, un tessuto spirituale che ha attraversato i secoli resistendo a invasioni culturali, modernizzazione e perfino alla vergogna sociale.

Perché sì, per un lungo periodo parlare di sciamanesimo era un tabù. Era “roba da vecchie superstiziose”, qualcosa che non trovava spazio nei grattacieli di Seoul, tra i neon di Gangnam e i caffè con i gatti. Eppure, in silenzio, ha continuato a esistere. A operare. A guarire.

Sciamane nei K-drama: finzione che rivela la verità

Non è un caso che molte produzioni abbiano scelto di riportare questa figura al centro della scena. Nei drama, le sciamane non sono solo comparse folkloristiche: sono presenze chiave. Guidano i protagonisti attraverso dilemmi interiori, li aiutano a fare pace con il passato, a trovare risposte dove la razionalità non arriva. Sono simboli di un sapere antico, spirituale, viscerale.

Che sia l’enigmatica sciamana di A Fated Love o i rituali inquietanti ma salvifici visti in The Tale of Nokdu, queste figure ci dicono che la Corea del Sud moderna non ha dimenticato le sue radici. Le ha semplicemente trasformate in narrazione, rendendole accessibili, comprensibili — e a volte perfino rassicuranti.

“Shaman: Whispers from the Dead” – la docuserie che ha osato dire la verità

Nel luglio del 2024, la piattaforma coreana Tving ha lanciato una docuserie che ha fatto parlare molto: Shaman: Whispers from the Dead. Otto episodi, condotti dagli attori Yoo Ji-tae e Ok Ja-yeon, che iniziano con domande semplici ma potenti: Hai mai incontrato una sciamana? Hai mai fatto leggere il tuo destino? Credi nei fantasmi?

Domande che, in fondo, ci siamo fatti tutti almeno una volta.

La serie segue casi reali di persone che vivono fenomeni inspiegabili: una donna tormentata da presenze notturne, una ragazza colpita da una malattia che nessun medico riesce a diagnosticare — un disturbo chiamato sinbyeong, che nella tradizione sciamanica è il segnale che gli spiriti ti hanno scelto.

Ma la cosa più interessante è che la serie non cerca di “spiegare scientificamente” tutto questo. Non parte dal presupposto che sia tutto falso. Racconta, documenta, mostra. E lascia a noi la decisione su cosa credere.

Il ritorno della spiritualità… tra i giovani?

Sì, hai letto bene. Proprio le nuove generazioni, cresciute tra K-pop e metaverso, stanno riscoprendo questa forma arcaica di spiritualità. Non come religione rigida, ma come esperienza. Come cura. Come conforto.

Il produttore Lee Min-soo, durante un’intervista, ha detto una cosa che colpisce: “La funzione vera dello sciamanesimo è la guarigione. Se queste pratiche sono sopravvissute per millenni, forse è perché funzionano.”

Parole semplici, che però fanno riflettere.

Da superstizione a rappresentazione: la nuova identità dello sciamanesimo

Un tempo, chi si rivolgeva a una sciamana lo faceva di nascosto. Oggi, la stessa figura è protagonista di film, reality, documentari. Basti pensare al film Exhuma o allo show Possessed Love, dove si cercano anime gemelle con l’aiuto dei sensitivi.

In un mondo dove la scienza spiega tutto, forse stiamo tornando ad avere bisogno di ciò che non si può spiegare. Di rituali. Di fede. Di qualcosa che non si vede ma si sente.

E i K-drama, ancora una volta, sono lì a fare da specchio: non solo raccontano storie, ma tengono in vita tradizioni, emozioni, misteri.

In fondo, credere è un atto intimo

Io non so se gli spiriti esistano davvero. Non so se le sciamane vedano davvero l’invisibile. Ma so che ogni volta che una di loro appare in un drama, resto incantata. Forse perché rappresentano una parte dell’umanità che non vogliamo perdere: quella che cerca un senso, un conforto, una direzione quando la logica non basta.

E forse, anche se non ci affidiamo a tamburi e incensi, anche noi — nel nostro piccolo — siamo alla ricerca di una mudang che ci dica dove andare.

Fonte: 

  1. https://www.koreatimes.co.kr/amp/entertainment/shows-dramas/20240719/docuseries-shaman-whispers-from-the-dead-creators-explore-the-world-of-korean-shamanism
  2. https://en.pley.today/shows/Inside-K-Dramas-Are-the-Shamans-in-Korean-Series-Real-The-Truth-and-Superstition-of-South-Koreas-Ancient-Religion-20250104-0003.html


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