26 ottobre 2025

JSM: la vera storia di Jeong Myeong-seok

 

Come promesso, ecco la continuazione della serie di post ispirati al documentario “The Echoes of Survivors: Inside Korea’s Tragedies”. In questo nuovo capitolo vi racconterò l’atroce storia raccontata negli episodi 3 e 4, dedicati alla setta religiosa JMS, fondata da Jeong Myeong-seok.

La Christian Gospel Mission, comunemente nota come JMS, è un movimento religioso controverso fondato in Corea del Sud nel 1978 da Jeong Myeong-seok. Spesso definita una pseudo-religione di matrice protestante, la JMS è stata denunciata come eretica dalle principali denominazioni protestanti coreane a causa delle sue dottrine divergenti sulla Bibbia, sull’aldilà, sulla Trinità e sulla Seconda Venuta di Cristo. Il gruppo è stato anche coinvolto in numerose controversie sociali, tra cui accuse di abusi sessuali ai danni del fondatore, atti terroristici contro i fuoriusciti e attacchi ai media.

Jeong Myeong-seok, figura centrale del movimento, è stato condannato per abusi sessuali e molestie, scontando una pena di 10 anni di carcere tra il 2008 e il 2018. Dopo l’uscita del documentario Netflix “The Holy Betrayal”, che ha portato nuova attenzione sul caso, Jeong è stato condannato a ulteriori 30 anni di prigione. In risposta, la JMS — sotto il nome di “Dipartimento Relazioni Pubbliche CGM” — ha lanciato una campagna su YouTube Shorts per difendere Jeong, sostenendo di voler chiarire “la verità sul caso JMS”. Il sito ufficiale utilizza la sigla CGM, nel tentativo di prendere le distanze dal nome “JMS”, ormai associato a gravi scandali.

Nel 2015 la JMS gestiva circa 200–300 chiese in tutta la Corea del Sud. Entro il 2025, alcune di esse erano diventate indipendenti, riducendo il numero complessivo ma aumentando le dimensioni delle congregazioni rimaste, grazie a una strategia di consolidamento interna. Molte chiese JMS sono riconoscibili per le insegne che riportano la particolare calligrafia di Jeong Myeong-seok, nota come “font Jeong Myeong-seok”. Un tratto distintivo è la mancanza di croci sugli edifici, una scelta che si discosta dai simboli cristiani tradizionali.

Il termine “JMS” è ampiamente diffuso ma non è mai stato il nome ufficiale della Christian Gospel Mission. Nel 2005 la CGM avviò un’azione legale contro l’emittente sudcoreana SBS, accusandola di aver usato impropriamente “JMS” come denominazione ufficiale; la controversia si concluse con un invito alla riconciliazione. Le accuse derivavano dall’associazione, nei media, tra le iniziali “JMS” e il nome del fondatore, interpretata come una forma di deificazione. Internamente, la sigla JMS fu abbandonata dopo il 1999, ma riapparve gradualmente dal 2010, soprattutto nelle attività online.

Ufficialmente, la CGM sostiene che “JMS” significhi “Jesus, Messiah, Savior” o “The Morning Star of Jesus”, prendendo così le distanze dal nome di Jeong. Tuttavia, la presenza della sigla come firma personale del fondatore indebolisce questa versione, rafforzando l’idea che JMS rappresenti di fatto Jeong stesso. Per questa ragione, i critici si riferiscono spesso al gruppo come “Chiesa di Jeong Myeong-seok”, per sottolineare la personalizzazione del culto e distinguerlo dal cristianesimo tradizionale.

All’interno, i membri preferiscono definirsi parte della Providence, termine usato per indicare la comunità, la storia e le chiese stesse. La CGM gestisce anche un sottogruppo giovanile chiamato SS, rivolto agli studenti delle scuole medie e superiori.

Il movimento fu fondato da Jeong Myeong-seok, che iniziò la sua opera missionaria a Seul il 1° giugno 1978. Inizialmente predicava a Namgajwa-dong, dove aprì una chiesa che poi abbandonò per motivi non chiari. Nel 1980 si inserì negli ambienti universitari attraverso l’edificio SBF (oggi ESF) a Daehyeon-dong, Seodaemun-gu, aprendo un piccolo gruppo vicino all’Università femminile Ewha di Sinchon. Da lì il movimento si espanse in diverse zone, tra cui Samseongyo, Yeongdong (vicino al COEX), Gugi-dong, Segeomjeong e Naksungdae.

La JMS concentrò fin dall’inizio la sua attività sul proselitismo tra gli studenti universitari, specialmente quelli coinvolti in gruppi missionari come SBF, IVF, CCC e UBF, oltre che tra gli attivisti. Negli anni successivi assunse vari nomi (Aecheon Mission, Korean Methodist Church Jinri, World Youth and Student MS Federation, International Christian Association).

Nel 1990, con la chiesa di Naksungdae, il movimento raggiunse il suo apice: nel 1999 contava circa 100.000 membri. Tuttavia, la trasmissione televisiva I Want to Know That rivelò le prime gravi accuse, provocando un esodo di oltre metà dei fedeli e di quattro dei cinque fondatori. Uno di essi, il pastore Kim Kyung-cheon, aderì poi a una chiesa protestante ortodossa e si dedicò all’opera di contrasto alle sette.

Durante la prigionia di Jeong (2008–2018), il pastore Jung Jo-eun, detto Sangnoksu, divenne figura chiave e possibile successore, apprezzato per la sua oratoria e la fedeltà al fondatore.

Nel 2025 la JMS conta circa 30.000–40.000 membri. I fedeli si chiamano tra loro “MS” (Morning Star), e i titoli tradizionali “fratello” o “sorella” sono sostituiti da appellativi come hyung, noona, oppa o unnie solo tra amici stretti. Le interazioni tra i sessi sono rigidamente controllate. Le prime celebrazioni includevano canti popolari riscritti, ma durante la detenzione di Jeong vennero incoraggiate composizioni originali, oggi parte integrante delle liturgie JMS.

La JMS è stata oggetto di numerosi reportage, tra cui il programma investigativo I Want to Know That, che mostrava un culto della personalità estremizzato nei confronti di Jeong. Nei video interni, il fondatore veniva celebrato come figura quasi divina: ad esempio, si affermava che avesse segnato 33 gol in 17 partite di calcio, o addirittura 130 durante un allenamento, interpretati come segni di grazia divina. I viaggi all’estero erano presentati come “tour missionari”, ma in realtà includevano attività banali come lo slittino, descritte come “atti carismatici”. I membri celebravano il compleanno di Jeong con toni devozionali e lo definivano “la voce di Dio”, alimentando una venerazione tipica delle sette.

Le accuse di abusi sessuali contro Jeong Myeong-seok costituiscono il fulcro delle controversie. Il primo caso documentato risale al giugno 1987, quando la rivista Young Lady pubblicò la testimonianza di una vittima. Sebbene inizialmente il caso passò in sordina, le accuse riemersero negli anni ’90. Nel 1999, l’episodio televisivo “JMS, la porta della salvezza o la trappola della corruzione” rivelò sistematicamente gli abusi, provocando la fuga di metà dei membri e la nascita del gruppo anti-setta Exodus.

Le indagini rivelarono che Jeong sfruttava le dottrine religiose per manipolare psicologicamente le vittime, impedendo loro di opporsi, con l’aiuto dei suoi seguaci. Dopo la trasmissione, le denunce si moltiplicarono in Corea, Giappone e Taiwan.

La Corte Suprema lo riconobbe colpevole di abusi sessuali aggravati, molestie e violenza coercitiva, confermando l’uso di minacce, violenza e indottrinamento per ottenere il controllo delle vittime. Dopo essere fuggito nel 1999, Jeong fu arrestato a Pechino nel 2007 e condannato a 10 anni di carcere (2008–2018) per reati commessi tra il 2001 e il 2006 in diversi Paesi.

La JMS ha sempre negato o minimizzato i fatti. In tribunale (12 agosto 2024), Jeong ha dichiarato di non essersi mai proclamato Messia, sostenendo di aver predicato solo Dio, Gesù e lo Spirito Santo. Attraverso il suo giornale Providence News (9 maggio 2023), ha accusato i media di diffamazione e le vittime di falsità.

Il gruppo ha intentato numerose cause legali contro ex membri, giornalisti e attivisti, tra cui il professore Kim Do-hyung, nonché un’inutile richiesta di bloccare il documentario Netflix nel 2023. Nel marzo 2025, i dirigenti JMS hanno denunciato un fuoriuscito per la diffusione di un video sugli abusi, mentre gli attivisti anti-JMS hanno interpretato tali azioni come tentativi di zittire le vittime.

La storia della Christian Gospel Mission è quella di un movimento nato come missione religiosa e trasformato in una realtà segnata da scandali, manipolazioni e accuse gravi. Oggi, tra processi e divisioni interne, resta l’immagine di un’organizzazione che continua a difendersi, ma con un’eredità difficile da cancellare.

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