22 maggio 2025

La vera storia dietro al drama: Jang Yeong Sil

pluviometro

C’è un drama storico del 2016 che forse non tutti conoscono, ma che racconta una delle storie più affascinanti della Corea antica: Jang Yeong Sil. Un nome che suona semplice, ma che nasconde un universo di genialità, lotta di classe, sogni oltre i confini sociali. È la storia vera — e toccante — di un uomo che, da servo, riuscì a sedere al fianco del Re, diventando il più grande scienziato e inventore dell’epoca Joseon.

Nel 1438, al ventesimo anno del regno di Re Sejong, fu costruito all’interno del palazzo Gyeongbok un padiglione speciale: Heumgyeonggak (흠경각), “La sala della rispettosa venerazione”. Ma non era solo un nome poetico. Al suo interno prendeva forma un nuovo modo di concepire il tempo e la scienza. Ospitava infatti dispositivi d’avanguardia come l’Ongnugi (옥루기), un orologio ad acqua rivestito di giada, decorato con bambole meccaniche che si muovevano da sole per indicare le stagioni e le ore. Ogni ora, una delle dodici figure appariva, quasi come per magia, per segnalare il passare del tempo. E tutto questo per volontà di un re illuminato, profondamente interessato ai cicli celesti e alla vita del popolo, affinché contadini e cittadini potessero comprendere il momento esatto per seminare, raccogliere, vivere.

E accanto a lui, a costruire quel sogno, c’era Jang Yeong Sil.

La sua data di nascita è andata perduta nel tempo, come molte vite nate nell’ombra. Ma sappiamo che sua madre era una gisaeng (기생), un’artista di basso rango, e che lui era classificato come gwanno (관노), un servitore dei tribunali distrettuali. Un destino segnato, almeno in apparenza. Eppure, fin da giovane, Jang mostrò un talento straordinario per la scienza e l’ingegneria, tanto da attirare l’attenzione degli studiosi e, ben presto, del re stesso.

Nel 1400, una lunga siccità colpì il sud-est della penisola. Jang, con mente brillante e spirito pratico, propose la costruzione di un bacino idrico. Fu un’idea semplice ma rivoluzionaria, che risollevò le sorti della popolazione e gli valse un posto a corte.

Re Sejong, deciso a costruire una dinastia fondata sulla conoscenza, promosse una politica rivoluzionaria per l’epoca: assegnare gli incarichi non in base alla nascita, ma al merito. Fu così che, nel 1421, Jang rientrò in patria dopo un anno di studio approfondito in Cina nel campo dell’astronomia, pronto a cambiare la storia.

Entrato a palazzo, Jang non deluse. Creò dispositivi che ancora oggi suscitano stupore. Nel 1434 inventò il primo orologio ad acqua automatico della Corea: il Jagyeongnu (자격루). Un capolavoro ingegneristico che combinava fisica, matematica e meccanica. Tre colonne d’acqua facevano cadere piccole perle di ferro, che azionavano statuette in legno: ogni ora una figura colpiva un piatto, scandendo il tempo con precisione. Un meccanismo geniale, interamente automatico, costruito con l’intento di servire il popolo e non solo stupire la corte.

Ma non finisce qui. A lui si devono anche la prima meridiana della Corea, l’Angbu Ilgu (앙부일구), e il primo pluviometro del mondo, il Cheokugi (측우기). Ogni invenzione un passo avanti, ogni progetto un seme piantato per il futuro della scienza.

Tuttavia, come spesso accade, anche i grandi spiriti vengono messi alla prova. Nel 1442, durante un viaggio del re verso una sorgente termale a Icheon, la gama (la portantina reale) si ruppe. Era stata costruita da Jang. L’incidente gli costò tutto: fu ritenuto responsabile e allontanato dalla corte. I suoi ultimi anni sono avvolti nel mistero, ma ciò che resta è molto più potente di qualsiasi documento ufficiale: l’eredità scientifica che ha lasciato alla Corea, e al mondo.

Oggi, il nome di Jang Yeong Sil è scolpito nella memoria collettiva coreana come simbolo di genio, determinazione e speranza. La storia di un uomo nato nell’ombra, che ha trovato la sua luce accanto alle stelle.


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