Avete mai notato come nei K-Drama le madri siano spesso personaggi secondari, quasi di contorno, che entrano in scena solo per mandare avanti la trama... o per rovinarla completamente alla protagonista?
Eppure, a ben guardare, le madri nei drama coreani sono molto più che semplici comparse: sono archetipi, a volte ripetitivi, altre volte sorprendenti. E in alcuni casi, portano con sé un carico culturale, sociale ed emotivo che merita decisamente di essere approfondito.
🌪️ La madre come ostacolo narrativo: la cattiva per eccellenza
Nei melodrammi e nelle commedie romantiche, la madre è spesso la cattiva della situazione.
Che si tratti della classica madre chaebol che non approva la nuora povera, o della madre gelida che impone standard irraggiungibili al figlio, il ruolo è quasi sempre lo stesso: essere l'antagonista.
Un esempio? Boys Over Flowers e Secret Garden:
in entrambi i casi, la madre del protagonista è la vera "villain" della storia. Ricca, fredda, razionale, calcolatrice. È in grado di gestire un’intera azienda, ma non di accettare che il proprio figlio si innamori di una ragazza senza pedigree.
Il suo messaggio è chiaro: l’amore non basta, se non sei all’altezza della famiglia.
Queste madri vengono spesso rappresentate come donne prive di romanticismo, di compassione, perfino di umanità.
E soprattutto: non hanno mai un vero arco narrativo. Restano ferme nel loro ruolo, rigide come la loro acconciatura impeccabile.
🐅 La “madre tigre”: l’altra faccia del controllo
Altro archetipo molto diffuso nei K-Drama (e in generale nei media asiatici) è quello della “madre tigre”, ovvero la figura materna esigente, determinata, disposta a tutto pur di assicurare il successo scolastico e sociale dei figli.
Questo modello deriva da radici profonde nella cultura confuciana:
l’educazione viene vista come veicolo essenziale per la mobilità sociale.
Una buona università = un buon lavoro = una vita migliore.
E chi più della madre si prende carico di questo obiettivo?
La madre tigre sacrifica se stessa per i figli:
rinuncia al tempo, alle emozioni, al riposo, tutto per garantir loro un futuro brillante.
Ma quel che non si vede è il peso emotivo che porta addosso.
Ai nostri occhi appare ostinata, insensibile, perfino crudele…
ma è solo il volto duro di un amore feroce.
💬 La maternità come femminilità negata
C’è un aspetto fondamentale che raramente viene affrontato nei K-Drama:
le madri sono prima di tutto donne. Ma nei drama questo si dimentica spesso.
Quando una donna diventa madre, perde ogni altra identità narrativa.
Non è più una donna che ama, sogna, cambia. È semplicemente la madre di qualcuno.
Nei drama, non ha mai una storia propria.
Il suo valore viene raccontato attraverso i successi o fallimenti dei suoi figli, non attraverso le sue scelte personali.
E così, anche nei rari casi in cui una madre è vedova o divorziata, nessuno si aspetta che si innamori di nuovo. L’idea che una madre possa anche essere una donna romantica, sensuale o vulnerabile... è praticamente inesistente.
✨ I primi segnali di cambiamento: madri che rompono lo stampo
Fortunatamente, negli ultimi anni abbiamo visto qualche svolta positiva.
Alcuni drama recenti hanno iniziato a riscrivere questo ruolo, mostrando madri complesse, capaci di evolversi, di mettersi in discussione, persino di ricostruire la propria vita.
Non tutte le produzioni lo fanno, ma il cambiamento è iniziato.
E questo è fondamentale per abbattere l’idea che la maternità sia l’unica identità possibile per una donna adulta nei media coreani.
🎯 Quindi, cosa vogliamo dai drama?
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Madri con una storia personale
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Madri che sbagliano, ma che cambiano
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Madri che possono anche innamorarsi, o riscoprire se stesse
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Madri non sempre perfette, ma profondamente umane
Perché no, non tutte le madri devono essere cattive, e non tutte devono essere sante.
Devono solo essere vere.
Ti è mai capitato di amare una “madre cattiva” in un drama?
O di emozionarti per una madre che è riuscita a riscattarsi lungo la storia?
Parliamone nei commenti 💬