Non so voi, ma ogni volta che mi butto in un drama storico (sageuk, per gli amici), finisco sempre per cadere in un tunnel senza fondo fatto di ricerca storica compulsiva, notti insonni e mille pagine di Wikipedia aperte insieme. È come se questi drama accendessero un interruttore nella mia testa: quello della curiosità storica. E il punto è che non riesco a spegnerlo.
Dopo Tree with Deep Roots, che ho visto l’anno scorso, una domanda ha iniziato a tormentarmi: com’era organizzata davvero la società durante la dinastia Joseon? Perché sì, nei drama vediamo nobili vestiti in seta che si inchinano con eleganza e popolani che si rincorrono tra le bancarelle del mercato... ma cosa c’era dietro a tutto questo?
Spoiler: tanto. Tantissimo. Più di quanto avrei mai immaginato. E così, armata di tè caldo, sottotitoli e passione, ho fatto il mio piccolo viaggio nella stratificazione sociale della dinastia Joseon. E oggi vi ci porto con me.
Tutto parte dalla nascita (letteralmente)
La società di Joseon era, come dire... ermeticamente chiusa. Nascere da una famiglia nobile significava avere già mezzo cammino spianato. Il destino? Te lo assegnavano direttamente alla nascita. Interclassismo? Pochissimo. Intermatrimoni? Rari quanto la pioggia nel deserto.
Le famiglie mantenevano lo status attraverso il jokbo, l’albero genealogico in cui venivano registrati solo i membri maschi della famiglia. Perché? Perché erano loro a portare avanti il nome e il potere del clan. Le donne? Accessorie, purtroppo.
L’istruzione: una porta... ma solo per alcuni
Sì, tecnicamente anche un figlio di contadini poteva salire di rango. Ma in pratica? Solo chi aveva soldi e tempo poteva permettersi di studiare Confucio e compagnia bella per affrontare il temuto gwageo, l’esame di stato.
E attenzione: non bastava studiare. Dovevi anche avere una discendenza pulita. Se eri figlio di una concubina, di una vedova o di un funzionario corrotto? Bye bye, sogni di gloria.
Il lavoro nobilita… ma dipende per chi lavori
Secondo Confucio, il valore di un mestiere si misura in base a quante persone serve. Quindi: il funzionario statale che lavora per il paese? In cima. Il contadino che lavora per la sua famiglia? Più in basso.
E poi c’era la terra: chi ne aveva, aveva tutto. I nobili (yangban) ricevevano appezzamenti dal re e li affittavano ai contadini. Più terra, più rendite, più potere. Semplice.
Zoom sulle classi sociali
👑 Re e famiglia reale
La dinastia Yi (이) era al comando. Il re governava, ma aveva consiglieri molto presenti. Vivevano nel palazzo o nei pressi della capitale (Hanyang, oggi Seoul) e godevano di infiniti privilegi. Potevi anche riconoscerli dai gioielli d’oro e dal fatto che erano esentati dal portare il hopae, il documento identificativo.
📚 Yangban (양반)
Ecco l’aristocrazia vera. Divisi in munban (funzionari civili) e muban (militari), erano l’élite burocratica del regno. Lo status si conquistava passando l’esame, ma poi diventava praticamente ereditario… almeno finché qualcuno nella tua famiglia continuava a lavorare per lo stato.
E se eri un po’ furbetto e ricco, potevi anche comprare una genealogia falsa per diventare nobile. (Ciao Yong-Ha di Sungkyunkwan Scandal, ti abbiamo scoperto!)
Con il tempo, però, sempre più yangban finirono in povertà. Troppi titoli, pochi posti di lavoro. E quindi… vendettero lo status ai mercanti arricchiti.
🎓 Jungin (중인)
Letteralmente: gente di mezzo. Né nobili, né popolani. Erano i tecnici, gli esperti, i funzionari minori: interpreti, medici, musicisti, figli illegittimi dei nobili. La vera colonna vertebrale silenziosa del sistema. Disprezzati dai yangban, ma essenziali.
Una figlia di jungin poteva addirittura diventare concubina del re se aveva i contatti giusti. Non male come scalata sociale, no?
🌾 Sangmin (상민)
La classe più numerosa. I contadini, artigiani, pescatori, commercianti… insomma, la gente vera. Lavoravano duramente, pagavano le tasse, facevano il servizio militare. I commercianti, però, erano visti malissimo: non producevano, ma guadagnavano. Quindi? Tassati fino all’osso per evitare che diventassero troppo ricchi.
Curiosità: i sangmin non avevano cognomi. Solo un nome. Ma alla fine del periodo Joseon, iniziarono ad “adottarli” per cercare di scrollarsi di dosso lo stigma sociale.
🥀 Cheonmin (천민)
La feccia, secondo il sistema. Facevano lavori “sporchi” o “vergognosi”: gisaeng, attori, boia, fabbri, sciamani… e soprattutto: schiavi (nobi).
I nobi erano considerati proprietà, tatuati per evitare la fuga. Alcuni diventavano schiavi per povertà estrema, altri per punizione. Alcune donne finivano come concubine dei nobili, altre scappavano e si univano a bande di briganti. La storia è dura, ma vera.
❌ Baekjeong (백정)
Ufficialmente “comuni”, ma in realtà erano intoccabili. Butchers, nomadi, mendicanti… vivevano ai margini, esclusi dalla società e persino dalle strade. Ma: non pagavano tasse né facevano il servizio militare. Piccole consolazioni.
Erano i più discriminati, anche per motivi religiosi (il buddismo condannava l’uccisione di animali). Vivevano isolati e spesso si arrangiavano come potevano. Ma anche qui, ogni tanto, si trovava un po’ di umanità.
E nei drama?
Tutto questo lo si può intravedere nei sageuk, se si guarda con occhi attenti. Ecco qualche esempio:
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Famiglia reale: The Moon that Embraces the Sun, Tree with Deep Roots, Dong Yi
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Yangban: Sungkyunkwan Scandal
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Jungin: Dong Yi, Painter of the Wind
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Sangmin: praticamente ovunque (mercati, taverne, piazze)
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Cheonmin: Chuno è una miniera
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Baekjeong: Warrior Baek Dong Soo, The Duo
Conclusioni da fangirl curiosa
Studiare la struttura sociale della dinastia Joseon non è solo un esercizio storico. È un modo per comprendere meglio quello che guardiamo, i personaggi che amiamo (o odiamo) e le scelte narrative dei drama. Ogni inchino, ogni matrimonio combinato, ogni dialogo tra nobili e plebei… è carico di significati profondi che affondano le radici in secoli di storia.
E sì, magari conosco più storia coreana che quella italiana. Ma ehi, l’importante è imparare, no?
Fonte:
- https://thetalkingcupboard.com/2012/09/03/social-strata-joseon-dynasty/