11 maggio 2025

Dietro i Re Illuminati: Dolore, Ambizione e Intrighi nella Famiglia Reale Joseon

Nessun commento:

 


Quando si pensa a Re Sejong, viene subito in mente il sovrano illuminato che creò l’alfabeto coreano, il genio dietro l’Hangul, l’uomo che ha reso la conoscenza accessibile a tutti. Ma ciò che spesso si dimentica è che dietro quel volto sereno si nascondeva una storia familiare intrisa di tragedie, dolori silenziosi e decisioni impossibili. E il suo erede, Re Sejo, avrebbe continuato questo cammino... ma con ben altri metodi.

Re Sejong, salito al trono nel 1418, non era il figlio maggiore: divenne re solo dopo che il fratello maggiore, il principe ereditario Yangnyeong, abdicò volontariamente — o forse fu forzato a farlo. Yangnyeong era troppo impulsivo, troppo poco interessato alle responsabilità regali. Al contrario, Sejong mostrava fin da giovane una mente brillante e un cuore responsabile.

Eppure, quella promozione al trono ebbe un prezzo emotivo enorme. Nonostante la stima di suo padre Re Taejong, Sejong non poté mai godersi del tutto la fiducia e l’affetto del fratello maggiore, che si ritirò a vita privata, portandosi dietro l’ombra del fallimento e della vergogna. Sejong amava suo fratello, e non smise mai di soffrire per quella frattura. Anni dopo, in una lettera commovente, scrisse che il suo unico desiderio era poter rivedere quel fratello e riconciliarsi con lui.

Anche i suoi figli non furono immuni dal dolore. Il suo erede, Munjong, regnò per pochissimo tempo a causa della sua salute fragile. Alla sua morte, salì al trono il giovane figlio Danjong, un ragazzino dolce e troppo ingenuo per sopravvivere ai lupi della corte.

Ed è qui che entra in scena Sejo, zio del giovane re, fratello di Munjong e figlio di Sejong. Inizialmente rispettato per il suo valore militare, Sejo si trasformò ben presto nell’antagonista della storia: usurpò il trono a suo nipote Danjong, sostenendo che il regno non poteva essere lasciato a un adolescente inesperto. Ma le sue motivazioni erano tutt’altro che nobili.

Sotto il suo regno, i dissidenti vennero eliminati brutalmente, molti letterati e studiosi fedeli a Danjong furono uccisi in quello che è ricordato come il massacro dei Sei Leali Ministri. Danjong fu costretto all’esilio… e infine giustiziato. Sejo ordinò la sua morte. Uccise il nipote. Il figlio del suo stesso fratello.

Eppure, anche Sejo era un uomo complesso. Sapeva divertirsi, amava l’arte e... amava il soju. I suoi famosi banchetti di vino erano più di semplici momenti di svago: erano veri e propri eventi politici. Lì si stringevano alleanze, si decidevano le sorti dei funzionari, si controllavano le lealtà. Sejo usava il bere come strumento di potere, per osservare chi rideva troppo, chi non brindava, chi osava guardarlo con troppa audacia. Era un re che non si fidava di nessuno e che aveva imparato a governare non solo con le leggi, ma anche con il sospetto.

I cronisti raccontano che si svegliava spesso nel cuore della notte, tormentato da febbri e dolori. Alcuni storici ritengono che soffrisse di una grave malattia della pelle, forse la lebbra. Ma in quei risvegli febbrili si può forse leggere anche il rimorso per le vite spezzate lungo la sua scalata al potere.

E così, la dinastia Joseon ci racconta ancora una volta la sua verità: che anche i re più grandi nascondono ombre profonde, che dietro ogni conquista si celano sacrifici invisibili, e che nella stessa famiglia possono convivere il genio e la crudeltà.

Fonte:

  1. https://thetalkingcupboard.com/portfolio/king-sejongs-tragic-family-history/
  2. https://thetalkingcupboard.com/portfolio/king-sejo-and-his-drinking-party-politics/

I Re del Joseon e i Segreti del Potere: Taejo, Taejong e i Messaggeri Scomparsi

Nessun commento:

 


Nel cuore della storia coreana si nascondono episodi tanto affascinanti quanto inquietanti, frammenti di potere, intrighi e decisioni che ancora oggi lasciano il segno nella memoria collettiva. Tra questi, spiccano due figure centrali della dinastia Joseon: il fondatore Re Taejo e suo figlio, l’astuto e calcolatore Re Taejong. Due uomini legati dal sangue ma divisi dalla visione del potere.

La leggenda dei messaggeri scomparsi si snoda attorno alla figura di Re Taejo, salito al trono nel 1392. Un generale esperto, deciso a gettare le basi per una nuova dinastia, vide il suo regno presto lacerato da conflitti interni. Dopo aver designato il suo ottavo figlio, Yi Bang Seok, come principe ereditario, scatenò la rabbia dei figli più grandi nati da un'altra madre. Questo portò al tragico evento passato alla storia come il "massacro dei principi", orchestrato dal suo quinto figlio, Yi Bang Won, il futuro Re Taejong.

Dopo il massacro, Taejo — devastato — abdicò e si ritirò a vita privata, ma continuò a ricevere rapporti regolari sullo stato del paese. Questi rapporti venivano trasmessi da messaggeri selezionati, incaricati di portare notizie importanti alla residenza dell'ex re.

Ma poi accadde qualcosa di strano. Uno dopo l’altro, i messaggeri sparirono. Nessuno tornava a palazzo, e nessuno sembrava sapere che fine avessero fatto. Anni dopo, divenuto ormai Re Taejong, Yi Bang Won confessò con inquietante calma di aver fatto giustiziare personalmente quei messaggeri, uno dopo l’altro, accusandoli di "doppia lealtà" e di portare avanti le volontà del padre anziché quelle del nuovo regnante. Un modo brutale, ma efficace, per tagliare ogni legame con il passato e affermare il proprio potere senza interferenze.

Ma non fu solo il pugno di ferro a definire il regno di Taejong. Dietro il volto rigido del monarca si celava una mente lucida e strategica, capace di trasformare la Corea medievale in uno stato più moderno e organizzato. Uno degli esempi più sorprendenti della sua visione a lungo termine fu il Cheonggyecheon, il torrente che attraversa Seoul e che oggi è un simbolo iconico della città.

Mentre è vero che la ristrutturazione moderna del Cheonggyecheon risale al XXI secolo, in pochi sanno che fu Re Taejong a concepire per primo l'idea di gestire e canalizzare quel corso d'acqua, nel XIV secolo. A quel tempo, il torrente era una fonte costante di inondazioni e problemi sanitari per la popolazione della capitale Hanyang (oggi Seoul). Fu proprio Taejong a ordinare l’escavazione e l’organizzazione delle acque, coinvolgendo centinaia di lavoratori in un progetto che combinava ingegno ingegneristico e gestione urbana.

In fondo, nonostante la crudeltà e le decisioni spietate, Taejong non fu solo un re assetato di potere, ma anche un riformatore visionario. Ridusse il potere dei nobili, consolidò l'autorità statale e mise le basi per la burocrazia efficiente che avrebbe caratterizzato Joseon per secoli. Fece scelte dolorose, spesso irreversibili, ma sempre guidate da un'idea chiara: la stabilità del regno sopra ogni cosa.

E così, nella danza tra ombra e luce, tra sangue e progresso, i re di Joseon ci ricordano quanto spesso la storia non sia fatta di buoni o cattivi, ma di uomini capaci di plasmare un’intera nazione — a qualunque costo.

fonte:

  1. https://thetalkingcupboard.com/portfolio/king-taejo-and-the-disappearing-messengers/
  2. https://thetalkingcupboard.com/portfolio/the-brain-behind-cheonggyecheon-stream-king-taejong/

Non sono tornata ma...

Nessun commento:


Forse è passato più di un anno dalla pubblicazione dell’ultimo post su questo blog. Non so esattamente cosa sia successo… semplicemente, la vita a volte è così caotica e piena di impegni che non riesci a dedicare il tuo tempo libero a tutto quello che vorresti fare.

Ho abbandonato i drama da un paio di mesi, sempre per problemi di tempo, e di conseguenza — quando non riesco a guardare nulla — non mi sento nemmeno di scrivere nulla. Ed è proprio questo il motivo per cui vi ritrovate con un anno di silenzio da parte mia.

Non sono “ritornata”, per così dire. Mi sto per laureare, sono le ultime sessioni e devo dare il meglio per evitare di finire fuori corso. Però una piccola cosa voglio farla.

Voglio provare — per quanto mi sarà possibile — a pubblicare tutti quei post che avevo già pronti da tempo ma che, per un motivo o per un altro, non sono mai riuscita a caricare sul blog. Un riempitivo? Probabile. Ma sono comunque vecchie cose scritte da me, a cui tengo, e a cui voglio dare uno spazio qui.

Non so quando tornerò davvero, spero il prima possibile. Nel frattempo, vi auguro delle buone vacanze estive… e sì, mi farò sentire!

Aurora