Se mi seguite da un po’ su questo blog, lo sapete: ogni tanto mi concedo piccoli post di sfogo e riflessione. L’ho fatto parlando dei drama droppati, delle pause infinite tra una visione e l’altra, di tutte quelle dinamiche che fanno parte del mondo dei drama… tranne che per me. Ma c’è un tema che non avevo mai affrontato apertamente, forse perché è il più importante, e anche il più spiazzante: mi piacciono e mi incuriosiscono sempre meno drama.
Già, proprio così.
Vedo drama da tantissimo tempo. Dal 2016, più o meno. Ne ho visti centinaia, davvero. Tra film, serie, varietà… credo di aver superato le 600 produzioni. Lo so, è un numero assurdo. Ma il punto non è questo.
Il punto è che un tempo facevo fatica a star dietro a tutto quello che volevo vedere. Avevo la lista dei plan to watch che sembrava non finire mai. Oggi non più. E no, non è solo colpa delle pause dovute all’università, agli impegni o alla vita in generale. Anche quando mi ritaglio quei mesi di recupero intensivo, in cui cerco di vedere tutto quello che mi sono persa durante l’anno, la verità è che la lista non è più così lunga.
Anzi, spesso riesco a vedere tutto ciò che davvero voglio vedere entro l’anno. E questo mi ha fatto riflettere. Tralasciando l'annata 2023 e 2034 in cui sono riuscita a vedere veramente pochissimi drama e dunque, tutto quello che voglio vedere è proprio di queste due annate per un totale di 27 titoli che comprendono entrambi gli anni.
Perché scelgo sempre con più attenzione? Perché tante trame mi sembrano già viste, già vissute, già dimenticate?
Attenzione: questo non vuol dire che ciò che scelgo sia necessariamente di qualità o che segua i “consigliati”. Anzi, negli ultimi anni mi è capitato spesso di preferire produzioni con voti medi o bassi su MyDramaList, ignorando totalmente serie acclamate e premiate.
Un esempio? When Life Gives You Tangerines. Critica e pubblico lo hanno amato. Io ho letto la trama e ho pensato: “Okay, un altro slice of life. Passo”. Ne ho visti mille. Forse cerco qualcosa di diverso. Forse ho bisogno di qualcosa di imperfetto ma che lasci il segno.
Ho visto talmente tanto che non tutto riesce più a sorprendermi. Prima guardavo ogni drama romantico che mi capitava a tiro, oggi invece ho bisogno che ci sia una storia che mi parla, un tema che mi tocca. Il romanticismo da solo non basta più. Se la storia è forzata, o peggio ancora si ambienta in un’industria di patate (scusate la citazione!), allora spesso basta anche solo la locandina per farmi dire: next.
Nel primo trimestre di quest’anno, dei trenta e più drama usciti, ne avrò visti cinque. Forse. E probabilmente non erano nemmeno i “migliori”. Ma li ho scelti perché pensavo avessero qualcosa da dire. E non mi sbagliavo. Anche quei 7.5 su MyDramaList, a volte, possono essere un 10 personale, se ti arrivano nel modo giusto.
Ho passato la fase in cui avevo paura di droppare. Quella in cui pensavo di dover vedere tutto ciò che mi incuriosiva anche solo per un secondo. La fase dell’attore preferito, in cui guardavo qualsiasi cosa facesse, anche le pubblicità dello shampoo.
Ora no. Ora mi sento libera.
Libera di droppare, di scegliere poco, male, di sbagliare, ma anche di lasciarmi sorprendere.
E questa libertà… è bellissima.