Ogni novembre, in Corea del Sud, c’è un giorno in cui il paese sembra trattenere il respiro. Gli orari degli uffici slittano in avanti, i camion vengono dirottati lontano dalle scuole, i clacson tacciono, gli aerei restano in attesa in cielo. Tutto per lasciare spazio a una sola parola che basta da sola a cambiare l’aria nelle città: Suneung. È il College Scholastic Ability Test (CSAT), l’esame di ammissione all’università, ma nella pratica è molto di più: un maratona di circa otto-nove ore che, nel sentire comune, può decidere il futuro di oltre mezzo milione di diciottenni in un colpo solo. In questo articolo proviamo a entrare dentro questa giornata sospesa, usando solo le voci, i numeri e le immagini restituite dalle fonti coreane e internazionali che la raccontano, per capire perché un intero paese si ferma davanti a un foglio di carta e a una griglia di risposte.
Cos’è il Suneung e perché è così importante
Il Suneung è il nome con cui in Corea viene indicato il College Scholastic Ability Test (CSAT), un esame standardizzato pensato per misurare le competenze acquisite alla fine del percorso scolastico e fungere da criterio principale di accesso alla maggior parte delle università del paese.
Non è un test “in mezzo agli altri”: viene descritto come la tappa più importante nella vita di uno studente coreano, quella che può orientare l’università a cui accederà, la carriera che potrà intraprendere, il reddito futuro e perfino la cerchia di conoscenze e le prospettive relazionali. In molte famiglie, tutto converge su quel giorno: speranze, sacrifici economici, aspettative personali e sociali.
La sua storia affonda le radici negli antichi esami di servizio civile, ma l’esame universitario in senso moderno viene organizzato per la prima volta nel 1960. Nel corso di oltre sei decenni subisce revisioni, rinvii e riforme, fino a giungere alla struttura attuale, ridefinita a metà anni Novanta. Da allora, il Suneung è diventato uno dei simboli più evidenti della cultura educativa coreana: competitivo, strutturato, centrato sulla performance.
Quando si tiene e come è organizzato
Il Suneung si svolge una volta l’anno, a novembre, in un unico giorno, in centinaia di centri d’esame sparsi in tutto il paese. Viene descritto come una vera e propria “maratona” che occupa l’intera giornata, indicativamente dalle 8:40 del mattino fino al tardo pomeriggio, con una coda serale per chi sostiene anche la seconda lingua straniera. La struttura dettagliata dell’esame è scandita in sessioni:
- Primo modulo – Lingua coreana - Comprende lettura e letteratura, a cui si affianca una scelta tra ambiti come scrittura e linguaggio dei media. È considerata una delle sezioni più impegnative dal punto di vista interpretativo e testuale.
- Secondo modulo – Matematica - Parte da una base comune (Matematica I e II) e chiede agli studenti di scegliere un approfondimento tra calcolo, geometria o probabilità e statistica. La combinazione delle materie contribuisce a definire il percorso accademico: alcune facoltà richiedono determinati indirizzi matematici, distinguendo di fatto tra curricoli più umanistici e più scientifici.
- Terzo modulo – Inglese - Prevede una parte di ascolto e una di lettura. Proprio il segmento di listening, che dura una manciata di minuti ma richiede concentrazione assoluta, è il cuore del silenzio nazionale di cui si parla tanto: è su quel momento che si sincronizzano aerei, traffico e cantieri.
- Quarto modulo – Storia coreana e materie di “Inquiry” - La storia nazionale è obbligatoria; a questa si aggiungono due materie tra scienze sociali, scienze naturali o indirizzi professionali (ingegneria, commercio, agraria, ecc.). Anche qui, le combinazioni scelte orientano il tipo di facoltà a cui ci si potrà candidare.
- Quinto modulo – Seconda lingua straniera o cinese classico - È un modulo opzionale, ma molto gettonato da chi vuole rafforzare il proprio profilo. Le lingue disponibili spaziano dal tedesco al russo, dall’arabo al vietnamita.
Quasi tutte le prove sono a scelta multipla: questo consente una correzione altamente standardizzata e, nelle intenzioni, garantisce una forte impressione di equità e oggettività del risultato.
Una preparazione che inizia anni prima
Il Suneung non è mai solo “il giorno dell’esame”: è l’esito di un percorso che comincia anni prima. In una società descritta come fortemente centrata sull’istruzione, gli studenti passano intere giornate a scuola e spesso proseguono la sera nelle accademie private di ripetizione, le famose hagwon, o in ulteriori sessioni di studio autonomo. Vengono riportati orari che parlano di lezioni fino al pomeriggio, studio assistito fino a tarda sera, e poi di nuovo libri a casa fino a notte fonda. Alcuni resoconti sintetizzano questa cultura in una formula tanto brutale quanto eloquente:
“Se dormi tre ore puoi puntare alle università più prestigiose; con quattro ore puoi sperare in un ateneo ‘normale’; con cinque ore è meglio non sognare l’università.”
Dietro la battuta amara, la fotografia è chiara: per molti ragazzi coreani, gli anni dell’adolescenza sono una lunga preparazione a un singolo test. Non stupisce che questo modello sia da tempo al centro di critiche e preoccupazioni: si parla di pressione estrema, impatto sulla salute mentale e senso di inadeguatezza quando, finito il ciclo di esami, la vita reale si rivela molto meno “strutturata” di una griglia di risposte prestampate. Il governo e diverse organizzazioni stanno cercando di ridimensionare l’ossessione per il punteggio, promuovendo percorsi di accesso al lavoro e alle carriere che non dipendano solo dal Suneung. Ma, al momento, il peso simbolico e pratico di questo esame resta enorme.
Il giorno in cui la Corea si ferma
Se si guarda solo alla struttura del test, il Suneung è un lungo esame come tanti. Ma ciò che lo rende unico è quello che succede fuori dalle aule.Nelle ore che precedono l’inizio della prova, la viabilità di tutto il paese viene ripensata attorno agli studenti. Le autorità fanno scattare misure speciali:
- uffici pubblici e molte aziende ritardano l’orario di apertura per evitare ingorghi;
- autobus e metropolitane potenziano le corse del mattino;
- i veicoli non possono circolare nel raggio di alcune centinaia di metri dai centri d’esame;
- polizia e altri servizi mettono a disposizione auto e moto per accompagnare gratuitamente i ritardatari fino all’ingresso, con tanto di sirene e precedenza nel traffico.
Le immagini raccontano file di studenti davanti ai cancelli, zaino in spalla e libri stretti in mano per l’ultimo ripasso, mentre gli agenti presidiano gli incroci per tenere le strade sgombre e pronti a “recuperare” chi rischia di arrivare dopo l’ora limite.
Il momento più impressionante arriva nel primo pomeriggio, durante l’ascolto di inglese. Per una mezz’ora abbondante, gli aeroporti sospendono i decolli e gli atterraggi. Gli aerei già in volo devono mantenere una quota più alta, girando in attesa del via libera per non disturbare l’audio della prova. Non è solo l’aviazione a rallentare: vengono vietati i droni e i velivoli ultraleggeri, si fermano le esercitazioni militari che potrebbero produrre rumore, come i tiri di artiglieria e le manovre dei carri, e perfino i cantieri sono chiamati a sospendere temporaneamente le attività più rumorose. Anche autobus e taxi evitano di usare il clacson nelle vicinanze delle scuole. È in quei venti–venticinque minuti di ascolto che la Corea “tiene il fiato”: non come un gesto romantico, ma come un coordinamento logistico gigantesco, costruito negli anni attorno a un unico obiettivo comune: permettere agli studenti di sentire in modo limpido ogni singola traccia audio.
I rituali delle famiglie: preghiere, regali e abbracci
Mentre i ragazzi sono chiusi nelle aule, fuori si muove un altro mondo. Nei giorni e nelle settimane che precedono il Suneung, genitori e nonni si recano in templi e chiese per pregare. Alcuni luoghi di culto organizzano veri e propri percorsi di preparazione spirituale: ci sono famiglie che partecipano a rituali quotidiani per cento giorni consecutivi in vista dell’esame, altri che si uniscono a celebrazioni collettive dedicate esclusivamente ai ragazzi che affronteranno l'esame. All’alba del grande giorno, davanti alle scuole si formano piccoli assembramenti di parenti: qualcuno stringe rosari, altri tengono in mano cartelli di incoraggiamento, altri ancora aspettano in silenzio, pronti ad abbracciare i figli all’uscita. Molti restano lì per tutte le ore dell’esame, quasi a “fare da scudo” emotivo mentre i ragazzi affrontano i fogli. Accanto alla dimensione spirituale, c’è anche quella più quotidiana e concreta dei regali beneauguranti: le fonti citano in particolare i tteok, le tradizionali torte di riso, scelte per la loro consistenza appiccicosa che simboleggia il desiderio che i ragazzi “rimangano attaccati” all’università dei loro sogni. Non mancano dolci, snack e piccoli pacchi preparati da parenti, vicini e conoscenti, a metà tra carezza affettuosa e rito collettivo. Un altro rituale che si è consolidato negli anni riguarda gli studenti più giovani, che hanno il giorno libero quando la loro scuola diventa sede d’esame: in alcuni istituti si organizzano veri e propri “tifi da stadio” con cori, striscioni e coriandoli per salutare i compagni più grandi alla vigilia del test, trasformando l’ansia in un momento di sostegno rumoroso e colorato prima del grande silenzio.
Dietro le quinte: chi scrive le domande
La giornata del Suneung non inizia davvero con il suono della campanella. Molto prima, un gruppo ristretto di insegnanti e professori universitari è stato selezionato per redigere i quesiti.
Questi esperti vengono radunati in una struttura isolata e restano “in ritiro forzato” per circa quaranta giorni, senza contatti con l’esterno, senza possibilità di comunicare con famiglia e amici, con accessi controllati alle comunicazioni elettroniche. L’obiettivo è evitare fughe di notizie e garantire la massima riservatezza.
Quando le domande sono pronte, i fascicoli vengono distribuiti attraverso una logistica rigida e sorvegliata: il materiale viaggia verso centinaia di depositi e poi verso ogni singola scuola, con controlli sullo stato dei sigilli e orari precisi di consegna prima dell’alba. Solo dopo la fine dell’esame, gli autori delle domande possono tornare alla loro vita quotidiana.
Dopo il test: correzioni, punteggi e “giorno del verdetto”
Quando i ragazzi consegnano l’ultima risposta, la storia del Suneung non è ancora finita.Subito dopo l’esame, le griglie ufficiali delle soluzioni vengono pubblicate online sezione per sezione. Gli studenti possono così fare una prima autovalutazione utilizzando il proprio talloncino identificativo, su cui hanno segnato in anticipo le risposte. Nel giro di poche ore, le principali accademie private iniziano a diffondere stime sulle soglie di accesso alle varie università, permettendo a molti di intuire già da subito in che fascia di punteggio potrebbero trovarsi.
Le risultanze ufficiali arrivano dopo alcune settimane: una delle date citate è il 5 dicembre, scelta come momento in cui vengono rilasciati i punteggi validi per le domande di ammissione. Chi ha scelto percorsi di “early admission” deve caricare i voti entro pochi giorni; chi seguirà i canali ordinari ha un margine un po’ più ampio, ma resta comunque vincolato ai risultati del Suneung.
In quelle ore si incrociano gioia e delusione: c’è chi esulta, chi piange, chi decide di ripetere l’esame l’anno successivo, sperando di alzare il proprio punteggio per puntare a facoltà particolarmente competitive (come medicina). Alcuni resoconti parlano di una percentuale crescente di studenti che sostengono il test una seconda o terza volta, trasformando il Suneung in una sorta di “porta girevole” che si può provare a varcare più volte.
Nel frattempo, la società prova a restituire qualcosa a questi ragazzi: ristoranti, bar, parchi divertimento e perfino parrucchieri propongono sconti e agevolazioni a loro dedicate, riconoscibili grazie al talloncino dell’esame. Piccoli gesti che provano a scaldare l’inverno dopo anni di studio e una giornata di tensione.
Il Suneung appare come molto più di un semplice esame di maturità. È uno specchio della Corea del Sud contemporanea: di un paese che crede profondamente nel potere dell’istruzione, che è disposto a fermare gli aerei per proteggere il silenzio di una traccia audio, ma che allo stesso tempo si interroga sempre di più sul costo umano di questa corsa alla performance. Nelle strade silenziose, negli abbracci davanti ai cancelli, nei pacchetti di torte di riso e nelle sirene che scortano gli studenti in ritardo c’è tutto: l’ansia, la speranza, la pressione, la solidarietà. Che lo si guardi con ammirazione, con stupore o con preoccupazione, il Suneung rimane la giornata in cui la Corea si ferma per i suoi diciottenni, sospendendo per qualche ora il ritmo frenetico della vita per concentrarsi su una sola domanda: che futuro avranno questi ragazzi?
Fonti
- India Today – When South Korea shuts down for Suneung, the 9-hour exam that decides futures India Today
- Korea JoongAng Daily – From flight restrictions to police escorts, Korea goes all out for test-takers on college entry exam day Korea Joongang Daily
- Expat Schools Korea – All about Suneung CSAT - Korean College Entrance Exam expatschoolskorea.com
- Enkostay – What is 'Suneung'? A to Z Guide to the Korean College Exam for Foreign Residents Enkostay
- Korean Topik – South Korea Holds Its Breath—25 Minutes of Silence for the Suneung Exam Korean Topik
