15 dicembre 2025

Tra storia e silenzi: l’omosessualità in Corea, oltre il mito dell’importazione occidentale


Scrivo questo articolo con quella sensazione strana che arriva quando ti rendi conto che una storia è sempre più lunga, più intricata e più umana di come viene raccontata. C’è una narrativa molto diffusa sulla Corea e sull’omosessualità: quella secondo cui le relazioni tra persone dello stesso sesso sarebbero una sorta di “importazione culturale” dell’Occidente, un elemento estraneo alla tradizione coreana, comparso solo in tempi recenti. È una convinzione che ancora oggi circola e che, a volte, attecchisce perché l’unico quartiere percepito come visibilmente gay nella capitale, Itaewon, è conosciuto come il luogo in cui alcune persone vivono apertamente il proprio orientamento.

Eppure, basta spostare lo sguardo, proprio quell’occasione in cui ti fermi, ti togli i pregiudizi dalle tasche e decidi di fare un passo indietro nel tempo, per accorgerti di quanto questa idea sia fragile. Se davvero la Corea non avesse conosciuto l’omosessualità prima del 1800, sarebbe un unicum nell’Asia orientale. Intorno, tutto racconta un’altra storia. In Cina l’amore tra uomini era celebrato in dipinti e poesie come “la passione della manica tagliata”. In Giappone, fino alla Restaurazione Meiji, la “via della bellezza” descriveva relazioni accettate soprattutto tra monaci, soldati e uomini che vivevano in contesti separati dalle donne. Perfino la Russia, in epoche più lontane, trattava l’omosessualità con una sorprendente leggerezza.

E la Corea? Forse qui arriva la parte che colpisce di più: nella storia coreana esistono figure, tradizioni, poesie e interi ordini guerrieri che parlano, apertamente o implicitamente, di desideri e legami tra persone dello stesso sesso. È una storia che non sempre viene ricordata, e che oggi si intreccia con un presente più complesso, fatto di silenzi, battaglie, cambiamenti e internet café che diventano case sicure. Ma è anche una storia che merita di essere ripercorsa con rispetto, curiosità e consapevolezza.