20 maggio 2025

La vera storia dietro al drama: Mandate of Heaven: The Fugitive of Joseon


Ci sono drama storici che passano inosservati, e altri che, senza fare troppo rumore, si portano dietro storie vere, dense di mistero e malinconia. Mandate of Heaven: The Fugitive of Joseon è uno di questi. Uscito nel 2013, racconta la fuga disperata di un medico ingiustamente accusato, ma intreccia anche la figura di un sovrano realmente esistito: il re Injong di Joseon.

Non so voi, ma ogni volta che scopro che un personaggio storico è davvero esistito, sento come se il drama acquistasse un peso diverso. Come se sotto le trame romanzate, ci fosse un cuore che ha battuto davvero.

Injong di Joseon – nato Yi Ho (o Lee Ho) il 10 marzo 1515 – fu il dodicesimo re della dinastia Joseon. Primogenito di re Jungjong e della regina Janggyeong, venne designato erede al trono nel 1520. Sua madre, però, morì poco dopo la sua nascita. Così, Injong crebbe sotto l’occhio distante – e forse ostile – della nuova regina, Munjeong. Successe ufficialmente al padre nel 1544. Ma il suo regno durò solo nove mesi.

Solo nove mesi.

Eppure, in quel brevissimo lasso di tempo, il giovane re mostrò un’anima ambiziosa e idealista. Cercò di spazzare via la corruzione, cercò di riformare una corte che già il padre aveva faticato a cambiare. Riabilitò figure importanti come Jo Gwang-jo e cercò di ridare spazio agli studiosi della fazione Sarim, costretti all’esilio dopo le purghe letterarie del 1519.

Al suo fianco, in questa breve battaglia per la giustizia, c’era lo zio materno, Yun Im. Ma la fazione opposta, guidata da Yun Won-Hyung, covava piani oscuri. Quando Injong morì improvvisamente nel 1545, all’età di appena trent’anni, molti storici iniziarono a sussurrare di un avvelenamento. Una morte troppo silenziosa, troppo comoda. Un decesso che, guarda caso, spianò la strada al figlio della regina Munjeong: il futuro re Myeongjong.

E lei? La regina Munjeong?

Secondo alcune cronache non ufficiali, avrebbe mostrato – solo per un attimo – un barlume di calore materno proprio poco prima della fine. Una mattina, mentre Injong si recava a renderle omaggio, lei lo accolse con un sorriso inaspettato. Un sorriso che sembrava quello di una madre fiera. Lui, commosso, pensò che forse era finalmente stato accettato. Che forse la matrigna gli stava finalmente riconoscendo il suo ruolo.

Quel giorno, mangiò il ddeok che lei gli offrì.

Era un dolce di riso. Un gesto semplice, quasi tenero. Eppure fu l’inizio della fine.

Da quel momento, il re iniziò a stare male. Nulla di eclatante: un malessere lento, subdolo, abbastanza lieve da non destare sospetti, ma abbastanza rapido da non lasciargli scampo. Tre giorni dopo, Injong era morto. E con lui, svanì una possibilità di cambiamento.

Re Myeongjong salì al trono, e Munjeong divenne reggente. Ma pare che il fantasma di quella morte non l’abbia mai davvero lasciata in pace. Le cronache raccontano che la regina madre fosse perseguitata dagli spiriti durante la notte. Al punto da decidere di abbandonare il palazzo reale di Gyeongbok per trasferirsi a Changdeok.

Perché certe morti non smettono di bussare. Anche quando tutti fingono di non sentire.


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