Ci sono diari che hanno attraversato il tempo e lo spazio, portando con sé le parole di chi li ha scritti e lasciando una traccia indelebile nella storia dell’umanità. Molti di questi sono diventati celebri proprio perché, pagina dopo pagina, hanno saputo restituire l’anima di un’epoca e le emozioni vissute da chi la attraversava. Basti pensare al diario di Anne Frank, che ha raccontato il volto nascosto e straziante della Seconda guerra mondiale, restituendoci la voce di una giovane ragazza ebrea costretta a nascondersi per sopravvivere.
Anche la Corea del Sud custodisce gelosamente un diario di inestimabile valore storico e simbolico: il “Diario di Nan Jung” (난중일기), scritto dall’ammiraglio Yi Sun Sin (이순신), uno dei più grandi eroi della storia coreana. A scuola, tutti gli studenti coreani ne sentono parlare. È molto più di una semplice cronaca militare: è la testimonianza viva di una mente lucida, di un cuore coraggioso e di un amore incrollabile per la propria patria.
Yi Sun Sin era un comandante navale durante la dinastia Joseon, noto per le sue incredibili vittorie nella Guerra Imjin (임진왜란), l’invasione giapponese della Corea tra il 1592 e il 1598. Eppure, incredibilmente, non aveva mai ricevuto un addestramento specifico nella marina. Nonostante ciò, riuscì a guidare la Corea verso numerose vittorie, senza mai perdere una sola nave in battaglia. Un’impresa che ha dell’incredibile.
Oggi, le sue statue si ergono fiere in varie parti della Corea, ma le due più iconiche si trovano a Gwanghwamun (Seoul) e al Parco Yongdusan (Busan). Yi Sun Sin è anche ricordato per aver ripristinato e utilizzato la leggendaria "nave tartaruga" (거북선), così chiamata per la sua forma corazzata simile al guscio di una tartaruga. Questa nave da guerra, con undici cannoni per lato e una testa a forma di drago, aveva una copertura chiodata per impedire l’abbordaggio nemico. Fu un’arma strategica fondamentale nelle sue vittorie navali.
Ma se la sua eredità navale è straordinaria, il suo diario lo è ancora di più. Composto da sette volumi, il Diario di Nan Jung racconta con precisione e lucidità gli eventi della guerra di Imjin. Le sue pagine non sono solo un documento storico, ma un vero e proprio ritratto umano e poetico di un’epoca tormentata.
Nel 1592, l'invasione di Toyotomi Hideyoshi mise in ginocchio la Corea. Dopo una breve pausa di pace nel 1596, la guerra riprese l’anno successivo. Yi Sun Sin si trovò spesso in netto svantaggio, con una flotta di gran lunga inferiore a quella giapponese. Eppure, continuò a condurre i suoi uomini con coraggio e ingegno, ottenendo risultati che sembravano impossibili.
La Battaglia di Myeongnyang (명량 대첩) è forse il suo capolavoro. Con solo 13 navi (altre fonti parlano di 31) affrontò una flotta giapponese composta da almeno 120 a 330 navi, infliggendo gravi perdite al nemico senza subire neanche una sconfitta.
Eppure, la sua fedeltà al buon senso gli costò caro. In un’occasione, rifiutò di eseguire un ordine del re Seonjo che riteneva strategicamente suicida. A causa di una manipolazione orchestrata da una spia giapponese, fu imprigionato, torturato e retrocesso al rango di soldato semplice. Ma non si ribellò. Servì in silenzio, con dignità. Solo dopo il disastroso fallimento del suo successore, il generale Won Gyun, Yi venne reintegrato. E da lì, riprese a vincere.
La sua morte arrivò il 16 dicembre 1598, durante l’ultima grande battaglia della guerra, quella di Noryang (노량 해전). Venne colpito a morte, ma anche in quel momento pensava ai suoi uomini. Le sue ultime parole furono:
“Siamo al culmine della battaglia. Non annunciate la mia morte.”
Non voleva che i suoi soldati si scoraggiassero. Fino all’ultimo istante, fu il loro comandante.
Nel suo diario, Yi Sun Sin trascrisse non solo cronache di guerra, ma anche emozioni, riflessioni, e persino poesie. Alcune delle sue frasi sono entrate nella memoria collettiva:
“Non fare un movimento affrettato. Sii come una montagna. Muoviti silenziosamente e con cautela.”
“Vostra Altezza, ho ancora dodici navi da guerra.”
Queste parole sono diventate simbolo di determinazione, sangue freddo e amore per la patria. Il Diario di Nan Jung è oggi considerato non solo un capolavoro storico, ma anche una gemma letteraria, studiata e ammirata in tutta l’Asia orientale.
Ogni coreano conosce il nome dell’Ammiraglio Yi Sun Sin. È l’eroe che ha protetto il suo popolo nei momenti più bui, anche quando tutto sembrava perduto. E il suo diario — con le sue battaglie, le sue emozioni, i suoi silenzi — rimane un tesoro inestimabile, un ponte tra passato e presente, tra storia e umanità.
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