Tra i numerosi k-drama storici che ho visto, Bossam: Steal the Fate è uno di quelli che non si dimenticano. Non solo per la dolcezza struggente della storia d'amore, né per l'alchimia tra i protagonisti — Jung Il-woo e Kwon Yu-ri — ma per quello che racconta. Per ciò che risveglia. Per la finestra che apre su un passato tanto affascinante quanto ingiusto.
Perché dietro le trame romantiche, i giochi di potere e i dialoghi sospirati al chiaro di luna, Bossam racconta una storia vera. Una storia di costrizione e liberazione, di donne silenziate e di uomini che si ribellano, persino per errore, alle regole di una società implacabile.
Cosa significa davvero “Bossam”?
Oggi, se chiedi a un coreano cos’è il bossam, molto probabilmente ti risponderà parlandoti di cibo. Di quel piatto delizioso composto da carne di maiale bollita, servita con foglie di cavolo in cui avvolgere il tutto. Ma bossam non è solo questo. Anzi, prima di essere un piatto popolare, bossam era una pratica matrimoniale. O, per dirla tutta, un rapimento.
Nel periodo Joseon — una delle epoche più influenti e rigorose della Corea — alle vedove non era concesso di risposarsi. Il confucianesimo aveva costruito un codice morale ferreo: una donna, una volta sposata, apparteneva al marito per sempre. Anche dopo la morte. Così, anche se giovane, anche se sola, anche se desiderosa di una nuova vita, una vedova era condannata a rimanere tale. E chi osava infrangere questa regola, veniva schiacciato dalla vergogna sociale.
Bossam, allora, nasceva come una sorta di scappatoia. Un uomo, spesso con il consenso segreto della donna e della sua famiglia, la rapiva simbolicamente avvolgendola in una coperta, nella notte, e la portava via con sé. Così facendo, le dava una “scusa” per risposarsi: non era colpa sua, era stata costretta.
Una soluzione illegale? Sì. Una ribellione silenziosa? Anche. Ma soprattutto, era l’unico modo per restituire un futuro a donne altrimenti condannate a una solitudine imposta. Certo, non sempre bossam era consensuale — e la storia lo testimonia con episodi molto oscuri — ma in molti casi, era l’unica speranza per amare di nuovo.
Dal costume storico al piccolo schermo
Il drama Bossam: Steal the Fate prende spunto proprio da questa tradizione. E lo fa con un tocco narrativo che intreccia realtà e finzione in modo magistrale. La storia ruota attorno a Ba-woo, un uomo che pratica il bossam per denaro, senza troppi scrupoli. Ma un giorno, commette un errore: rapisce la persona sbagliata. Non una semplice vedova, ma la figlia vedova del re. La principessa Su-kyeong.
Un errore che cambia tutto.
La trama prende così il volo in una spirale di intrighi, emozioni e tensioni politiche, ma sempre con al centro la questione identitaria e sociale. Cosa significa essere donna in un mondo che ti nega ogni possibilità di scelta? Cosa significa amare qualcuno che la legge ti proibisce di toccare? E soprattutto: può una “tradizione” nata per sopravvivere diventare un simbolo di libertà?
Un successo inaspettato
Quando è andato in onda per la prima volta nel 2021, Bossam: Steal the Fate non era certo un titolo su cui tutti avrebbero scommesso. Invece, ha conquistato lentamente, episodio dopo episodio, fino a diventare il drama di maggior successo nella storia della rete MBN. L’ultima puntata ha registrato un incredibile 9,8% di share, superando anche Graceful Family, e lasciando un segno indelebile tra gli amanti del genere storico.
E non è difficile capire il perché. A colpire non è solo la qualità della produzione, o l’interpretazione impeccabile di Jung Il-woo e Kwon Yu-ri (che ha stupito anche i più scettici con una delicatezza mai forzata). È proprio il cuore del racconto, quella tensione continua tra obbligo e desiderio, dovere e libertà, che riesce a toccare anche lo spettatore moderno. Perché, in fondo, chi non ha mai sognato di ribaltare il proprio destino?
La bellezza della scelta (anche quando sembra un errore)
C’è una scena che mi è rimasta dentro. Lei è seduta, vestita con eleganza, in attesa. Sa che verrà rapita, ma non scappa. È un atto concordato, silenzioso, consapevole. È un addio alla sua vecchia vita. E in quell'attesa, in quello sguardo che non trema, c’è tutto il coraggio di chi decide di vivere, anche se per farlo deve fingere di essere stata trascinata via con la forza.
È questo che rende Bossam: Steal the Fate speciale. Non racconta solo una storia d’amore ambientata nel passato. Racconta una ribellione gentile, una fuga costruita con astuzia e silenzi, un futuro strappato alle regole con una coperta e un patto segreto. Una storia dove il destino si può davvero... rubare.
Se ancora non l’avete visto, Bossam merita più di una semplice visione. È un viaggio nei costumi antichi della Corea, un promemoria su quanto abbiamo lottato per essere liberi di amare. E un invito, forse, a guardare con occhi nuovi anche le storie più lontane.
Fonte:
- https://en.wikipedia.org/wiki/Bossam:_Steal_the_Fate
- https://korean-vibe.com/news/newsview.php?ncode=1065580927796892
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