2 giugno 2025

I 5 finali più usati nei K-Drama romantici (e perché a volte ci fanno alzare gli occhi al cielo)




Ci siamo passati tutti: stai guardando un drama con il cuore in gola, sei arrivata all’ultimo episodio e ti chiedi, emozionata e ansiosa, "Come finirà?". Hai investito tempo, lacrime, notti insonni, urla inascoltate contro lo schermo… e poi boom, arriva uno di quei finali. Sì, proprio quei finali. Quelli che hai già visto mille volte e che ormai riconosci a naso. Non sono per forza brutti, ma diciamo che a volte lasciano l’amaro in bocca. O almeno, una gran voglia di lanciare il telecomando. Ecco i 5 tipi di finale che, da fan di lunga data dei K-Drama romantici, ho imparato a riconoscere e a sopportare (o a maledire). Pronti?

1. “Un anno dopo…” – Il salto temporale più abusato della storia

Appare scritto in bianco su sfondo nero. Oppure è sussurrato dalla voce narrante. Ma il messaggio è chiaro: è passato un anno. E, come per magia, tutti i problemi si sono risolti. La coppia si rincontra sotto la prima neve, in un caffè, o per puro caso in aeroporto. E tutto si sistema. Fine. Ci sono due versioni principali di questo trope:

🌸 (a) La chiusura per tutti, anche per il barista comparso nell’episodio 3

Avete presente quei finali in cui persino il cane randagio che passava sullo sfondo ha trovato amore, lavoro e stabilità emotiva? Sono rassicuranti, certo. Ma spesso sembrano troppo “puliti”, quasi forzati. La vita vera non si chiude con fiocchetti rosa. E poi, davvero ci serviva sapere che l’amica dell’amico del cugino ora fa la pasticcera in Canada?

🌸 (b) La riconciliazione-lampo

Dopo mille ostacoli, la coppia si lascia. E poi, un anno dopo, si rivede e... tutto dimenticato! Baci, sorrisi e via. Ma quindi perché ci avete fatto soffrire per quattro episodi con quella rottura inutile? Spesso questi salti temporali sembrano solo un modo pigro per evitare di scrivere una vera evoluzione del rapporto.

2. Il break-up all’ultimo minuto (e il make-up nei titoli di coda)

Questo è il classico colpo basso. Hai passato 14 episodi a vedere la coppia costruire qualcosa, a crescere insieme, ad affrontare le difficoltà… e quando finalmente sembrano pronti per un lieto fine? Si lasciano. Episodio 15. Per una sciocchezza. Episodio 16: si guardano, si baciano, "Mi sei mancato/a", e vissero felici e contenti. Sul serio? Ancora peggio se ci buttano dentro:

  • un malinteso telefonico evitabile,

  • un personaggio che decide di sacrificare tutto “per il bene dell’altro” (senza chiederglielo),

  • o l’immancabile colpo di scena… con amnesia selettiva.

Se la rottura è preparata bene, con motivazioni profonde e coerenza narrativa, posso anche accettarla. Ma se è solo un modo per “tenere vivo l’interesse”... no, grazie. Il mio cuore ha una soglia di sopportazione.

3. Il matrimonio affrettato (perché evidentemente era obbligatorio)

C’è stato un tempo, non troppo lontano, in cui sembrava che un drama non potesse considerarsi “finito” senza un matrimonio. Anche se i protagonisti si conoscono da tre settimane. Anche se hanno appena fatto pace. Anche se uno di loro ha appena finito il liceo. Chi se ne importa! SPOSIAMOLI!

Il problema non è il matrimonio in sé, ma la sua forzatura. Sembra che basti mettere un abito bianco e una musica lenta per convincerci che tutto sia andato bene. Ma l’amore non si conclude, inizia! E se il matrimonio viene inserito solo per dare un contentino, spesso risulta più una scorciatoia che una vera conclusione.

Eccezione: i marriage contract dramas

Se la coppia è stata costretta a convivere fin dall’inizio, a fare i conti con la vita quotidiana, le famiglie, i litigi, le differenze… allora sì, quel matrimonio finale ha un peso. Non è un “premio”, ma la naturale conseguenza di un percorso vissuto e meritato. E lì, ammetto, mi scappa pure una lacrimuccia.

4. Le sottotrame amorose lasciate a metà (e le coppie secondarie sprecate)

Tu mi presenti due personaggi adorabili, mi fai intuire una tensione romantica tra loro, mi dai pure due o tre momenti carini… e poi? Li dimentichi. Nessuna chiusura. Nessun bacio. Niente.

Capisco che il focus debba restare sui protagonisti, ma se scegli di accendere una fiammella, poi devi dargli ossigeno. Non puoi lasciarci con lo ship in mano e zero payoff. E no, non basta un sorriso complice nell’ultima scena collettiva.

Stessa cosa per le coppie secondarie inutili. Quelle inserite giusto per riempire il minutaggio, che non hanno né chimica, né peso nella trama. “Mr. Noioso” e “Miss Perché Sei Qui” stanno rubando tempo prezioso alla mia OTP. Mandateli in un drama tutto loro, grazie

5. I finali aperti (e i finali “ci siamo fermati qui per caso”)

Non è che i finali aperti siano di per sé un problema. Anzi, a volte sono perfetti. Ma devono essere intenzionali, coerenti con il tono e con il messaggio del drama.

Il problema è che spesso il finale aperto è solo il modo elegante per dire:

“Non sapevamo come finire la storia. Speriamo che nessuno se ne accorga.”

A volte sembrano finali scritti mentre scorrevano i titoli di coda. Sospesi. Incompleti. Frustranti. Come quei drama che sembrano urlare: “Aspettate la seconda stagione!”... quando tutti sappiamo che non ci sarà.

Menzione speciale: i drama con malattia terminale

In questo caso, i finali aperti assumono un’altra forma. Di solito si dividono in due:

  • Tipo 1: Il/la protagonista malato vive, ma è chiaro che il tempo è limitato. Il messaggio è: godiamoci il presente.

  • Tipo 2: Il/la protagonista muore, ma lascia un’eredità emotiva ai personaggi e agli spettatori. La vita va avanti, anche nel dolore.

In entrambi i casi, se scritti bene, sono finali poetici, pieni di significato. Forse amari, ma necessari.

Conclusione: finale bello o finale brutto? Dipende tutto dal viaggio

Ci sono drama che riescono a colpire al cuore nonostante un finale imperfetto. E ce ne sono altri che, pur con una chiusura perfetta sulla carta, non lasciano nulla. Perché il vero valore, alla fine, non è come finisce una storia, ma come viene raccontata.

E tu? Quali sono i finali che ti fanno gridare “NOOOO” davanti allo schermo? O quelli che ti lasciano un sorriso malinconico sulle labbra?

Fammi sapere, perché alla fine... i drama sono belli anche per questo: ci fanno sentire. E parlarne insieme è il nostro lieto fine personale.

Nessun commento:

Posta un commento