12 giugno 2023

25:21 Appunti di viaggio ep7

Anche voi avete amato come me 25-21? Al tempo non sono riuscita a segnarmi le frasi più belle perché tanto mi prese che ho preferito godermelo attimo per attimo. Adesso che il drama l'ho concluso da un po' e sono ancora maledettamente nostalgica, con una serie di post voglio ripercorrere ogni episodio con voi sottolineando le frasi per me più significative. Buona lettura!

Episodio 11


- Ho imparato a stare per conto mio un po' troppo presto. Quando ero ancora piccola… perciò ci ho fatto l'abitudine. Sinceramente, per me è più strana questa situazione. Venire in spiaggia con gli amici.
- Com'è?
- È davvero divertente, in realtà. Così tanto che mi dispiace non averlo saputo prima. Ero sempre circondata da schermitrici. Mi sento in un altro mondo.
- Mi fa piacere.
- Comunque, non ti avevo detto che mio padre è morto?
- Beh… Quando ti ho intervistato dopo che hai vinto l'oro, hai parlato di tuo padre per la prima volta. Quindi l'avevo immaginato.
- Perché all'inizio sei stata cattiva con me quando invece sei così amichevole?
- All'inizio? Beh… Mi hai spaventato. Sapevo chi eri fin dall'inizio. Molto prima che ti trasferissi qui.
- Mi conoscevi?
- Non ti avevo dimenticata.
- Al mio primo festival sportivo giovanile, mi hai battuto otto a zero.
- Festival giovanile? Quando ho vinto la medaglia d'oro? Ci siamo scontrate allora?
- Non ti ricordi di me, vero? Lo sapevo. Non ho mangiato per 3 giorni. Ero troppo sconvolta. Ho sempre pensato a te fin da quel torneo. A batterti. Otto a zero, se possibile.

- Mi innervosiva il fatto che te la cavassi male. Credevo che ne sarei stata felice, ma non lo ero. Avevo lavorato così duramente per arrivare dove ero a causa tua. Ho creduto che non ti impegnassi.
- Non ne avevo idea.
- Poi, un giorno, sei comparsa nella mia vita, dicendo che ti eri trasferita e che eri una mia fan. Ma è stato strano. Non ero più la bambina che aveva perso contro di te otto a zero. Ero la medaglia d'oro Ko Yu-rim. Ma avevo ancora paura. I ricordi d'infanzia restano più impressi.
- Non hai più paura di me, vero? Ora siamo amiche.
- Ce l'ho ancora. Ho ancora paura di te, Hee-do.

Ha detto che aveva paura di me. È strano. Perché io… non ho paura di lei.


- Io non ricordo più tanto bene la voce di mio padre. Ne ho una vaga memoria, ma non so se sia la sua voce o solo la mia immaginazione. Potrei ricordarmelo bene se avessi più ricordi.
- Ora che te lo sento dire, mi sembra che anche questo momento sia prezioso.
- Lo è. Sarà un bel ricordo in futuro. Facciamo attenzione e ricordiamocelo bene.

Non credo che chi non vive il proprio sogno abbia fallito. E che vivere il proprio sogno significhi avere successo. Per ora, voglio solo fare bene il mio lavoro. È questo il mio sogno.
- Perché stavi facendo da sola?
- Non sei venuta.
- Hai provato a farlo da sola sotto la pioggia? Sei stupida?
- Ti sembro stupida? Giusto. Sì, hai ragione. Stupidamente tengo troppo a quelle sedie, al contrario di te. So che non mantieni mai la parola e che non sei mai venuta dopo aver promesso di farlo. Ma saresti dovuta venire oggi. Hai avuto tempo per bere ma non per me.
- Sì, ho bevuto, ma non sono arrivata in tempo a causa di un'edizione flash.
- Del telegiornale? E cosa diavolo c'entra?
- Cosa avrei dovuto fare? Ignorare l'edizione flash e venire da te? I nostri piani erano più importanti? Sarò anche tua madre, ma sono la conduttrice del notiziario. È come quando gareggi anche se sei triste o malata. Io faccio lo stesso. Non capisci? Pensavo che da grande avresti capito e ho desiderato che crescessi presto. Ma non t'importa di capirmi. Sei sempre pronta a rimanere delusa.
- Volevi che crescessi in fretta per quello? Mi dispiace. Sono ancora ferma a quando avevo 13 anni. Come posso dimenticare che non sei venuta al funerale di papà per un'edizione flash? È perché non riesco a perdonartelo, che sono rimasta una tredicenne.
- Hai ragione. Non m'importa di capire. Una tredicenne non può capire certe cose.

- All'epoca non sapevo… cosa significasse la tua assenza al funerale di papà. Ma sono arrivata a capire e a rendermi conto di ciò che voleva dire anno dopo anno, crescendo. Più capivo, più mi sentivo ferita. Ecco perché… ora fa più male. Lo capisci? Che c'è? Sei a disagio perché parlo di papà, vero? Tu eviti sempre il discorso. Cerchi sempre di dimenticarlo.
- Tu non provi nient'altro che nostalgia per tuo padre, giusto? Io no. Io sono piena di risentimento. Sono sempre stata come ti ho cresciuto. Dovevo evitare di parlarne per sopravvivere e dimenticarlo per poter vivere. Va bene. Non cercherò più la tua comprensione. Ma non criticare i miei sforzi di evitare di parlarne e cercare di dimenticare. È il mio modo di resistere.
- Perché dietro la sua professionalità c'è il tuo dolore.
- Che strano. Mia madre mi ha spezzato il cuore, ma il suo comportamento ti ha fatto sognare.
Volevo essere speciale per molte persone. Volevo l'attenzione su di me. Era la cosa più importante, per me. Tuttavia, ho trovato qualcosa di più importante. Se posso diventare speciale per una sola persona, non voglio nient'altro.
Il test di ingresso all'università si avvicina. Resistete. Potete farcela. Ma è davvero così? A volte, dire che ce la faremo può risultare più scoraggiante.
Non abbiamo imparato nulla su un mondo in cui…Si può fallire. Comunque, impegniamoci al massimo. Facciamo del nostro meglio. Ma spero che, nel caso in cui non ce la facessimo, saremo forti abbastanza per rialzarci.

- Hee-do. Hai davvero ancora 13 anni? Volevo… aspettare di dirtelo una volta che fossi cresciuta. La… La verità è… Mi manca così tanto tuo padre. Mi manca tanto, Hee-do.
- Mamma… Mamma. Io… Anche a me manca molto papà.

 


- Cosa vuoi fare prima che il mondo finisca?
- Voglio stare al tuo fianco e vederti diventare una persona fantastica.

Episodio 12

Gli atleti scelgono un percorso in giovane età e lo seguono per tutta la vita. Non abbiamo fatto altro che questo. Quindi, per noi, arrendersi è affrontare la nostra più grande sfida.

Anche avere pressioni è un'esperienza. Io e Yu-rim ce la stiamo perdendo. Un'atleta deve gareggiare. Bisogna farlo per rendersi conto se si migliora, che si vinca o si perda. È questo che ci fa andare avanti. Ma per ora ho perso l'occasione di migliorarmi. Che senso ha essere un'atleta, se non puoi gareggiare?

Sono cambiato. All'epoca, volevo che facesse tutte le sue esperienze. Meglio se del tutto ordinarie. Ma ora non più. Sento che il suo tempo è più prezioso del mio. Non voglio che sprechi un solo momento in cose inutili. Merita di vivere solo le esperienze più grandi. E questo è qualcosa che posso fare per lei. Hai detto che non sa quello che fa? Non ne ha bisogno. Perché lo so io.

 

Ricordati di oggi. Non dimenticare mai come ti sei guadagnata una nuova opportunità. Nei momenti difficili, ricorda a te stessa com'e stato difficile iniziare.
- Regolamento scolastico, articolo 26. Lo studente che insulta il personale o ne scredita l'autorità verrà sospeso. Articolo 27. Lo studente che disturba l'ordine o istiga un'azione collettiva verrà espulso. Hai fatto entrambe le cose. Sono le regole della scuola. Tuttavia, lo scopo dell'istruzione non è la punizione. Bisogna essere tolleranti verso gli errori degli studenti e guidarli sulla giusta strada.
- Quindi cosa devo fare?
- Scrivi una lettera di scuse promettendo di non andare più in onda. Salirai sul palco durante l'assemblea e la leggerai davanti a tutti. Riesaminerai tutti i tuoi errori uno per uno, davanti all'intera scuola. E… Mi porgerai delle scuse sincere.
- Lei ha chiesto scusa a Ji-woong?
- Cosa?
- Si è scusato per averlo colpito fino a farlo sanguinare?
- Perché dovrei? Anche lui ha violato le regole della scuola. Dovrebbe essermi grato, se l'è cavata con poco.
- Dovrebbe esserle grato per aver subito un'aggressione?
- Aggressione? Ehi, frena la lingua!
- E lei freni le mani! Come la definisce, se non un'aggressione? L'ha pestato come un cane. E dice di averlo fatto per il suo bene?
- Vuoi una macchia sul tuo curriculum? Non vuoi andare all'università?
- All'università? Certo che sì. Ma sarebbe imbarazzante andarci con il diploma di una scuola come questa. Non mi scuserò. Non scriverò quella lettera, non ho fatto niente di male. Mi rifiuto di accettare regole tanto ridicole. Quindi credo che mi sia rimasta solo una cosa da fare. Lascio la scuola.
- Cosa?
- Mi vergogno di quest'istituto. Quindi me ne vado.
- devi imparare a essere flessibile.Non si può vivere in questo mondo, se si è così rigidi.
- Lo so. Ma non ci riesco ancora, mamma. Mi dispiace.

 


- La tua unica debolezza è essere mia amica. Tu sei perfetta, ma ti ho sempre messo nei guai. È questo che mi turba.
- Stai scherzando? È per questo che siamo amici. Sarei morta di noia, se non fosse stato per te.
- Ti stai divertendo? Lo trovi divertente?
- Sì. Continuerò a divertirmi con te.


P.S. So che questa serie sta andando per le lunghe ma riesco a dedicarmici come si deve solo nei miei ritagli di tempo, motivo per cui tra un post e l'altro passano mesi. Mancano gli ultimi due post a conclusione di essa e sto cercando di far terminare il tutto entro la fine del 2023, spero di riuscirci! 

Aurora 

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