C’è un momento in Corea del Sud in cui il tempo sembra rallentare. Le strade si svuotano, i treni si riempiono, e le case si preparano ad accogliere sorrisi, lacrime, memorie e abbracci. È Chuseok – il cuore pulsante dell’autunno coreano, il momento dell’anno in cui l’intero Paese si ferma per rendere omaggio al passato e abbracciare il presente.
Se stai pensando che sia solo una sorta di “Thanksgiving coreano”, preparati a ricrederti. Chuseok è molto di più. È una fusione tra il nostro Natale, il Capodanno e la Festa del Raccolto. Una tradizione che profuma di incenso, riso appena cotto e aghi di pino. Una festa che parla di radici, famiglia, gratitudine e legami che vanno oltre il tempo.
Il significato profondo di Chuseok
Chuseok (추석), conosciuto anche come Hangawi (한가위), cade il 15° giorno dell’8° mese lunare, solitamente a settembre. È una di quelle festività che non si dimenticano. Per i coreani, è il momento di tornare al paese natale, pulire le tombe degli antenati e raccontare ai più giovani chi erano coloro che li hanno preceduti. È un modo per dire “grazie” al raccolto, alla vita, ma anche alla memoria.
In fondo, Chuseok non è solo una festa: è una dichiarazione d’amore verso la propria storia.
Non è il Capodanno cinese. È molto di più
Anche se spesso confuso con il Seollal (il Capodanno lunare), Chuseok ha origini diverse e antichissime. Deriva da Gabae, un’antica celebrazione contadina dell’era dei Tre Regni. Col tempo, ha incorporato elementi del pensiero sciamanico e confuciano, trasformandosi in una ricorrenza spirituale e familiare. È una festa che mette al centro il duro lavoro dei contadini e il ciclo della natura, e che oggi si rinnova in una società moderna che non ha dimenticato le sue radici.
Tradizioni che uniscono generazioni
In Corea, prepararsi a Chuseok non significa solo cucinare. Significa creare connessioni. Si comincia con i rituali ancestrali come il Charye (차례), in cui si onorano gli antenati con offerte di cibo e preghiere silenziose. Si continua con la visita alle tombe di famiglia (Seongmyo), un momento intimo e collettivo, quasi sacro. E si conclude con balli tradizionali, giochi popolari e – naturalmente – tavole imbandite.
Tutto questo serve a ricordarci che siamo parte di qualcosa di più grande. Che il nostro oggi esiste grazie a chi è venuto prima di noi.
Il sapore della gratitudine
Se c’è una cosa che Chuseok sa fare bene, è raccontare emozioni attraverso il cibo. Non si tratta solo di nutrirsi, ma di condividere. Di mettere sulla tavola ciò che la terra ha donato e celebrarlo insieme.
Tra i piatti imperdibili:
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Songpyeon (송편): dolcetti di riso a forma di mezzaluna, ripieni di pasta di fagioli rossi, sesamo o castagne, cotti al vapore su aghi di pino. Si dice che chi riesce a farli perfettamente, avrà una vita fortunata. È una preparazione che si fa la sera prima della festa, spesso tra risate, storie e mani impastate di farina.
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Jeon (전): una sorta di frittella coreana, fatta con verdure (come zucchine e patate dolci), pesce tritato, uova e farina. Un’esplosione di sapori semplici, autentici.
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Japchae (잡채): noodles di patate dolci saltati in padella con verdure, carne e salsa di soia. È uno di quei piatti che raccontano tutto il gusto del raccolto autunnale.
Famiglia: il centro di tutto
Ma il vero fulcro di Chuseok non sono i rituali o i banchetti. È la famiglia. Non solo quella biologica, ma tutte le relazioni che nel tempo abbiamo costruito e custodito. Durante Chuseok si riscopre il valore dello stare insieme, del condividere silenzi e parole, del sentirsi parte di un filo che unisce generazioni.
È un momento in cui i vecchi rancori si mettono da parte, in cui ci si guarda negli occhi con onestà e ci si dice: “Sono felice che tu ci sia.”
Quando la lingua diventa connessione
E se sei curioso di vivere Chuseok in prima persona, imparare qualche parola coreana potrebbe essere un ottimo inizio. Eccone alcune che ti faranno fare bella figura:
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추석 (Chuseok) – Festa del Raccolto
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차례 (Charye) – Rito ancestrale
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송편 (Songpyeon) – Dolce di riso tipico
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가족 (Gajok) – Famiglia
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수확 (Suhwak) – Raccolto
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가을 (Gaeul) – Autunno
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향 (Hyang) – Incenso
E qualche frase per sentirsi parte della festa:
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“Quest’anno cosa farai per Chuseok?” – 올해 추석에 뭐 할 거에요?
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“Ho indossato l’hanbok e sono andato a vedere le foglie d’autunno con la mia famiglia.” – 한복을 입고 가족과 함께 가을 단풍을 구경하러 갔어요.
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“Mi aiuti a preparare i songpyeon?” – 송편 만드는 거 도와 줄래?
Un giorno per ricordare, amare e dire grazie
Chuseok non è solo un giorno segnato sul calendario. È un sentimento. È la nostalgia che ti prende pensando ai nonni, il calore di un piatto cucinato con amore, la risata di un bambino che gioca tra le foglie cadute. È un promemoria collettivo che ci ricorda quanto siamo fortunati, quanto sia importante ringraziare… e quanto siano preziose le radici.
Quindi sì, la Corea ha il suo “Thanksgiving”. Ma chiamarlo così è riduttivo. Perché Chuseok è molto di più: è un inno alla vita, alla famiglia e alla memoria.
Fonte: https://ling-app.com/ko/meaning-of-chuseok/
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