Negli ultimi anni, sempre più fan hanno cominciato a guardare i K-Drama con uno sguardo diverso, più critico. Quei cliché che un tempo ci facevano sospirare oggi iniziano a sembrarci… un po’ indigesti. E non perché siamo diventati cinici, ma perché certi personaggi e comportamenti, a ben vedere, sono tossici. E a volte pure abusivi.
Le persone tossiche, nei drama come nella vita reale, tendono a essere invadenti, egoriferite, controllanti, e spesso non se ne rendono nemmeno conto. Quelle abusive, invece, sono molto più subdole: usano fascino e parole dolci per conquistare fiducia… solo per poi manipolare l’altro.
Questi personaggi li abbiamo visti mille volte, al punto che certi atteggiamenti ci sembrano quasi “normali”. Ma lo sono davvero? O alcuni cliché sono semplicemente troppo vecchi per i tempi in cui viviamo?
Il mito eterno del "Jaebol x Poor Girl"
Uno dei tropi più famosi nei K-Drama è quello del ricco erede (Jaebol/Chaebol) che salva la ragazza povera con la sua generosità… e il suo conto in banca. L’abbiamo visto ovunque: Coffee Prince, Secret Garden, Boys Over Flowers, Heirs, ma anche in titoli più recenti come Goblin, I Am Not A Robot, What’s Wrong With Secretary Kim, Encounter…
A volte funziona. Ma diciamocelo: spesso questi personaggi ultra-ricchi usano (anche involontariamente) il loro potere per controllare chi li circonda. La protagonista è “grata”, certo, ma anche incastrata in dinamiche sbilanciate, dove lui ha tutto e lei… dipende.
Narcisisti in giacca firmata
Molti personaggi Jaebol dei drama più datati mostrano segni evidenti di narcisismo. Si sentono superiori, pretendono ammirazione, mettono in scena la propria vita per essere applauditi. Han Chang-ryul e Kim In-Hee in Personal Taste, Park Gulmi in Love Alarm, sono solo alcuni esempi.
E poi ci sono quelli che, oltre a essere vanitosi, diventano veri e propri bulli per ottenere ciò che vogliono: Go Jun-pyo (Boys Over Flowers) è praticamente l’emblema di questo tipo di personaggio.
Il fascino discutibile del "cittadino arrogante"
Un’altra figura classica è quella del 까도남 (kkadonam), “l’uomo di città arrogante”. Bello, ben vestito, ricco… ma anche pieno di sé, freddo, difficile da sopportare. Come Kim Joo-won di Secret Garden, o Lee Kang Hoon di Noble, My Love. A prima vista affascinanti, ma a lungo andare? Tossici e snervanti.
Spesso soffrono anche della cosiddetta Malattia del Principe (왕자병) o della Principessa (공주병): si comportano come se fossero re o regine, solo perché hanno qualche milione in banca. Il risultato? Un mix esplosivo di arroganza e infantilismo.
Ma perché le protagoniste ci cascano sempre?
Ecco la domanda delle domande. Com’è possibile che queste ragazze – dolci, gentili, spesso pure intelligenti – si innamorino di personaggi così tossici?
Nei drama più vecchi il copione era sempre lo stesso: lei si rende conto che il suo "principe azzurro" non è poi così azzurro... ma lui riesce comunque a tornare nella sua vita con una confessione lacrimosa o una dichiarazione d’amore sotto la pioggia. Fine.
Ma davvero quei problemi si risolvono così? O i personaggi saltano a piè pari qualsiasi forma di crescita personale?
Le donne nei drama di ieri e di oggi
Un tempo le protagoniste erano incasellate in ruoli fragili, lamentosi, dipendenti. Anche quando si provava a raccontarle come forti, c’era sempre qualche dettaglio che le faceva crollare nel solito stereotipo: incapaci di badare a sé stesse, sottomesse, o perse dietro a un amore non corrisposto.
Oggi, però, qualcosa è cambiato. Finalmente vediamo donne indipendenti, con una vita al di fuori dell’amore, con opinioni, coraggio, voci forti. Donne che sanno dire no. Personaggi come Woo Suji (Because This Is My First Life), Do Bong-soon (Strong Woman Do Bong-soon), Cha Gi-yeong (The Greatest Marriage), Cha Hyun (Search: WWW), Yoo Hye-jung (Doctors) e Kang Soo-jin (Mother) sono diventati modelli positivi per tanti spettatori, in Corea e fuori.
E quei gesti “romantici” che romantici non sono?
Prendiamo la famigerata presa del polso. Ogni fan di K-Drama sa di cosa sto parlando. Lui afferra lei per il polso e la trascina via. Dramma, emozione, scintille. Ma nella vita reale? È solo un gesto aggressivo e irrispettoso. Eppure continua a essere presente in tantissime scene, come se fosse un atto d’amore. Spoiler: non lo è.
Ruoli stantii e amicizie tossiche
Anche le amiche delle protagoniste, spesso, non fanno una bella figura. O sono insulse, o sono prepotenti, oppure si lasciano trattare male senza fiatare. In Full House (2004), la protagonista era talmente ingenua da ignorare tutte le cattiverie degli amici. Oggi, per fortuna, i drama mostrano amicizie più realistiche: litigi, rotture, ma anche crescita e riconciliazioni.
Perché sì, possiamo ammetterlo: questi cliché non rendono giustizia né alle donne, né agli uomini, né alla realtà delle relazioni. E allora viene da chiedersi: esistono esempi in cui questi tropi sono stati usati bene?
Quando il cliché si evolve (e funziona)
Ogni drama ha bisogno di tensione e conflitti per coinvolgere lo spettatore. Ma questo non significa che si debba giustificare tutto con la “trama interessante”. Una relazione malsana non è più avvincente solo perché fa litigare i protagonisti ogni tre episodi.
I cliché funzionano solo se i personaggi evolvono, se imparano, se crescono insieme. Se invece rimangono uguali dall’inizio alla fine, si cade in situazioni 노답 (nodap), ovvero: senza speranza, senza soluzione.
Fortunatamente, negli ultimi anni sono usciti tanti drama che hanno preso i cliché e li hanno ribaltati. Che hanno creato storie d’amore credibili, sane, dolci, realistiche.
Un esempio? When The Camellia Blooms. Dongbaek e Yongsik vivono una relazione vera, imperfetta, che sfida ostacoli di ogni tipo: una madre ipercritica, vicini impiccioni, un ex invadente… e persino un serial killer. Eppure, loro ci provano, con dolcezza, rispetto e sostegno reciproco.
Nei vecchi drama, quando un amore era “proibito”, spesso l’uomo diventava prepotente o infantilmente silenzioso. Invece oggi vediamo sempre più protagonisti che comunicano, che sbagliano ma chiedono scusa, che mettono l’altro al centro.
I K-Drama non devono rinunciare al dramma per essere belli. Ma non serve neanche sacrificare il rispetto, la crescita personale e le relazioni sane sull’altare dell’effetto wow.
E se proprio vuoi un protagonista freddo, arrogante o scontroso… assicurati che cambi. Che alla fine del drama sia diventato una persona migliore. Che abbia fatto un percorso. Che non resti fermo al cliché.
In cerca di storie più sane?
Se anche tu sei stanco/a di cliché tossici e vuoi una bella dose di relazioni sane e personaggi ben scritti, ecco qualche drama da mettere in lista:
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When The Camellia Blooms (동백꽃 필 무렵)
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Avengers Social Club (부암동 복수자들)
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Touch Your Heart (진심이 닿다)
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Because This Is My First Life (이번 생은 처음이라)
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Strong Woman Do Bong Soon (힘쎈여자 도봉순)
Perché sì, i cliché fanno parte della storia dei K-Drama. Ma siamo pronti per qualcosa di più. Qualcosa che somigli, almeno un po’, all’amore vero.