17 luglio 2025

In Corea non esiste la Festa della Mamma (ma la celebrano lo stesso)


C’è un giorno, ogni anno, in cui ci fermiamo e guardiamo indietro. Alle mani che ci hanno cresciuto, alle parole che ci hanno rimesso in piedi quando volevamo lasciarci cadere. Alle volte in cui non abbiamo avuto la forza di parlare, ma c’era comunque qualcuno accanto a noi a capire tutto. Quel giorno, in molti Paesi, si chiama Mother’s Day — Festa della Mamma. Ma in Corea del Sud le cose sono un po’ diverse. Eppure, proprio per questo, forse ancora più profonde.

La Corea non festeggia la Festa della Mamma. Festeggia di più.

In Corea, l’8 maggio non è riservato solo alla madre, ma a entrambi i genitori. Si chiama Eobeoinal (어버이날), ovvero il Parents’ Day: un giorno solo, ma carico di significato, in cui si ringraziano contemporaneamente mamma e papà per tutto quello che hanno fatto e continuano a fare.

E se qualcuno volesse comunque augurare "Buona Festa della Mamma" in modo specifico? C’è un modo, anche se meno usato: Eomeoni nal chukhadeuryeoyo (어머니 날 축하드려요). Ma la verità è che l’essenza di questa celebrazione va oltre le parole.

Perché in Corea, il legame tra madre e figlio non è solo affetto: è sacrificio, dedizione, struttura portante della famiglia. È quella figura silenziosa che c’è sempre, che non chiede mai e che però regala tutto.

Un amore che non si misura in regali, ma nel cuore

Nella cultura coreana, le madri sono considerate il cuore pulsante della casa. Quelle che mettono insieme i pezzi, che tengono viva la fiamma quando tutto sembra spegnersi. Quelle che rinunciano, che restano sveglie, che sorridono anche quando sono stanche.

Ecco perché il Parents’ Day non è solo una ricorrenza formale. È un momento di riflessione. Non si tratta solo di regalare un mazzo di fiori o scrivere una frase bella su un biglietto. Si tratta di riconoscere una vita intera dedicata agli altri. È un giorno in cui i figli, spesso cresciuti a non mostrare troppo le emozioni, si lasciano andare a un “grazie” sussurrato, ma vero.

Una storia di donne forti, di madri coraggiose

Anche la storia di questa giornata ha radici profonde. Nel 1938, durante il periodo coloniale giapponese, un gruppo di donne coreane decise di riunirsi per onorare le proprie madri e lottare per i diritti delle donne. Era il primo seme della Festa della Mamma in Corea. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, queste celebrazioni si intensificarono grazie a gruppi civici e associazioni femminili, fino a diventare, nel 1973, l’attuale Parents’ Day.

Un’unica data. Ma una storia di lotta, amore e riconoscenza lunga decenni.

Una festa che unisce (ma non senza critiche)

Con il passare degli anni, la festa si è trasformata anche in qualcosa di più commerciale. Fiori, cioccolatini, cosmetici, buoni regalo, promozioni nei centri commerciali. Il gesto resta, ma qualcuno inizia a chiedersi: stiamo davvero celebrando le madri o semplicemente assecondando uno stereotipo?

Molti esperti sottolineano come ci sia ancora una forte pressione sulle madri, viste come caregiver ideali, sempre presenti, sempre forti, sempre sorridenti. Ma non tutte le donne sono uguali. Non tutte le madri sono lo stesso tipo di madre. E non dovrebbero esserlo.

Festeggiare una madre significa riconoscerla per quello che è, non per quello che ci aspettiamo che sia.

Modi semplici (e bellissimi) per dire “Ti voglio bene, mamma”

In Corea, non servono grandi discorsi. Bastano parole semplici. Come:

  • 어머니, 사랑합니다 – Eomeoni, saranghamnida (Mamma, ti amo)

  • 어머니, 건강하세요 – Eomeoni, geonganghaseyo (Mamma, resta in salute)

  • 감사합니다, 어머니 – Gamsahamnida, eomeoni (Grazie, mamma)

Oppure una frase come:
어머니께 선물을 드리려고 합니다 – Eomeonikke seonmureul deuriryeogo hamnida
(Voglio fare un regalo a mia madre.)

E se ci pensi, quante volte lo diciamo davvero? Ecco perché imparare queste frasi, anche se non parli coreano, può essere un gesto piccolo ma dal significato immenso.

Il cibo, come sempre, diventa amore

E poi c’è il cibo. Perché in Corea, come in tante altre culture, preparare qualcosa di buono è un modo per dire “ti voglio bene”. Tra i piatti tipici preparati per questa occasione c’è il jjajangmyeon, deliziosi noodles in salsa di fagioli neri, che molti associano ai ricordi d’infanzia. Ma anche il bulgogi, la carne marinata più amata del Paese.

Sedersi a tavola con la propria madre, condividere un pasto preparato con cura, è forse uno dei modi più sinceri e profondi per dirle “grazie”.

I regali più comuni (e quelli che contano davvero)

Certo, ci sono regali tradizionali:

  • fiori (꽃 - kkot)

  • garofani (카네이션 - kaneisyeon)

  • profumi (향수 - hyangsu)

  • borse (핸드백 - haendeu-baek)

  • gioielli (보석 - boseok)

  • prodotti per la pelle (스킨케어 제품 - seukinkeeo jepum)

  • cioccolatini (초콜릿 - chokollit)

  • lettere scritte a mano (편지 - pyeonji)

  • buoni regalo (기프트 카드 - gipeuteu kadeu)

  • integratori per la salute (건강 보조 식품 - geongang bojo sikpum)

Ma alla fine, il regalo più bello resta il tempo. Quello passato insieme. Una passeggiata, un pranzo, una risata condivisa. La sensazione che, per una volta, sia lei a sentirsi davvero al centro del nostro mondo.

Una festa che cambia, ma non il suo significato

Che sia in Corea, in Italia o altrove, la Festa della Mamma ci ricorda qualcosa che diamo troppo spesso per scontato: che qualcuno ci ha amati prima ancora che imparassimo a parlare.

Nel silenzio di gesti quotidiani. Nelle rinunce mai dette. Nella forza che non ha bisogno di essere riconosciuta per esistere.

E allora, anche se in Corea non si chiama "Festa della Mamma", il messaggio è lo stesso, forse ancora più profondo. Perché non serve un giorno nel calendario per dire grazie. Ma se esiste, allora usiamolo bene.

 Fonte: https://ling-app.com/ko/mothers-day-in-korean/


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