6 agosto 2025

I K-Drama stanno davvero perdendo il loro fascino? Mito o realtà?

 


C'è stato un tempo in cui aspettare l’uscita di un nuovo K-Drama era un momento quasi sacro. L’adrenalina prima della premiere, la gioia di scoprire una perla nascosta, e quella dolce malinconia che si provava una volta finito l’ultimo episodio. Eppure oggi, tra un catalogo sempre più ampio e una produzione frenetica, qualcosa sembra essersi incrinato. I drama coreani stanno davvero perdendo il loro fascino? È una percezione reale o solo un’illusione generata dalla nostra familiarità con il genere?

Il fascino iniziale: quando ogni drama sembrava un tesoro

Quando ci siamo avvicinati per la prima volta al mondo dei K-Drama, ogni storia sembrava speciale, intensa, quasi rivoluzionaria. Titoli come Crash Landing on You, It's Okay to Not Be Okay, Reply 1988, Mr. Sunshine o Hotel del Luna non solo intrattenevano, ma restavano dentro. Avevano la forza di emozionare profondamente, lasciandoci addosso il ricordo di un amore impossibile, di un'amicizia senza tempo, o del dolore mai raccontato da nessun'altra serie occidentale. Il fascino non era solo nelle trame, ma anche nella cultura coreana stessa, così affascinante e lontana dal nostro quotidiano, che rendeva ogni drama un portale verso un mondo nuovo.

Il problema dell’eccessiva familiarità

Col tempo, però, siamo diventati esperti. Abbiamo visto centinaia di drama, imparato a riconoscere gli schemi, anticipato i plot twist, individuato i cliché. E allora è nata la fatidica sensazione: “I K-Drama non sono più come una volta.” Ma forse non sono i drama ad essere cambiati. Forse siamo cambiati noi.

Più si guarda un genere, più si diventa critici. Ed è normale: una volta che hai visto dieci volte lo stesso tipo di triangolo amoroso, è difficile emozionarsi ancora. Eppure, questo non significa che i drama siano peggiorati. Anzi, molti sono più raffinati che mai. Solo che non riescono più a sorprenderci come un tempo.

La nostalgia come filtro

Il ricordo delle prime serie viste è filtrato dalla nostalgia. Reply 1988 ci ha fatto sentire parte di una famiglia; Goblin ci ha fatto credere che anche l’eternità potesse essere romantica; Moon Lovers: Scarlet Heart Ryeo ci ha devastato l’anima con il suo finale tragico. Quelle emozioni erano autentiche, ma anche legate al fatto che erano le prime. Oggi, quando guardiamo un nuovo drama, inconsciamente lo confrontiamo con quelle pietre miliari, e se non ci dà lo stesso pugno allo stomaco, pensiamo che “non sia all’altezza”. Ma forse non è il drama ad essere meno potente. Forse siamo noi ad essere meno ricettivi.

Il paradosso della scelta: troppo, tutto subito

L’industria dei drama è cresciuta a dismisura, e con essa anche la disponibilità di titoli. Ogni settimana escono nuove serie, spesso con cast stellari e trailer mozzafiato. Ma in questa abbondanza, la qualità si è un po’ persa. È diventato difficile distinguere un drama davvero unico da uno “nella media”.

Drammi come True Beauty, Business Proposal, o King the Land sono esempi perfetti: piacevoli, ben confezionati, divertenti... ma lasciano davvero il segno? Oppure sono solo intrattenimento momentaneo che dimentichiamo il giorno dopo? C'è chi sostiene che il problema non sia la quantità, ma la mancanza di innovazione. Molti drama sembrano costruiti con lo stampino, con personaggi stereotipati e trame già viste.

Ma è davvero tutto così negativo?

Assolutamente no. Nonostante la saturazione, continuano ad uscire serie che sorprendono e colpiscono nel profondo. The Glory ha mostrato come un revenge drama possa essere intenso e realistico; Weak Hero Class 1 ha rivoluzionato la rappresentazione del bullismo scolastico con una regia cruda e senza fronzoli; My Liberation Notes ha toccato l’anima di molti con il suo ritmo lento ma profondissimo. E titoli come Extraordinary Attorney Woo o Queenmaker hanno portato sullo schermo protagonisti forti, complessi, e fuori dagli stereotipi.

I gusti evolvono. E anche i drama.

Molti spettatori, dopo anni, cambiano preferenze. Magari prima amavano le commedie scolastiche, e ora cercano storie più adulte e introspettive. È naturale che i drama non “piacciano più” come prima, ma non perché siano peggiori, bensì perché non parlano più alla nostra fase di vita attuale.

Per fortuna, l’industria coreana sembra rispondere a questo cambiamento. Stanno emergendo produzioni più audaci, con nuove tematiche, rappresentazioni LGBTQ+ più frequenti, e un approccio meno conservatore a relazioni e ruoli di genere.

Conclusione: mito o realtà?

La verità è che non esiste una risposta univoca. I K-Drama non stanno davvero perdendo il loro fascino, stanno solo evolvendo. Forse non ci fanno più battere il cuore come le prime volte, ma continuano a raccontare storie che meritano di essere ascoltate.

E se per caso ti ritrovi a pensare “i drama non sono più come una volta”, prova a chiederti: non è che sono io ad essere cresciuto? Non è che i drama hanno smesso di sorprenderti solo perché li conosci troppo bene?

Forse, in fondo, è solo nostalgia. E forse... è anche il momento perfetto per innamorarsi di nuovo.


Fonte d’ispirazione: MyDramaList - K-Dramas Losing Their Charm: Myth or Reality?

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